La Commissione Territorio, presieduta da Jonathan Lobati (FI), ha incontrato questa mattina i vertici di FNM per un confronto sul progetto H2iseO, che ha l’obiettivo di sviluppare in Val Camonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, con la finalità di avviare la conversione energetica del territorio e contribuire alla decarbonizzazione di una parte significativa del trasporto pubblico locale.
L’audizione era stata sollecitata dai Consiglieri regionali Emilio Del Bono e Alfredo Simone Negri, entrambi del Partito Democratico, per approfondire la dimensione del progetto per quanto riguarda l’impatto industriale e le ricadute sulla vita dei cittadini.
In particolare vorremmo capire a quanto ammonta l’investimento, quali risorse provengono dalla Regione e l’impatto di questa operazione su Trenord sia per quanto riguarda i costi di gestione che quelli della locazione dei mezzi.
Emilio Del Bono, consigliere regionale.
E’ il primo caso nel Paese di un’iniziativa di questo tipo. Ha un grande valore in termini di sostenibilità perché consente di utilizzare l’infrastruttura ferroviaria già esistente, mettendo in servizio treni a idrogeno, favorendo la conversione energetica e la decarbonizzazione della mobilità lungo la linea Brescia Iseo Edolo e allo stesso tempo garantendo maggiore comfort ai viaggiatori.
Andrea Gibelli, presidente di FNM.
L’investimento ammonta a 392 milioni di euro, di cui 317 finanziati con risorse di Regione, PNRR e FNM e 76 ancora da finanziare. E’ stato poi sottolineato che circa 362 milioni riguardano il progetto ferroviario mentre la restante parte è relativa ad autobus e impianti di supporto. I vertici di FNM hanno poi aggiunto che il passaggio da treni alimentati a gasolio a quelli a idrogeno diminuirebbe notevolmente le emissioni di CO2, consentendo di rispettare i requisiti di sostenibilità.
E’ stato infine confermato che la prima corsa prova è prevista per la primavera prossima con l’attivazione del primo lotto entro la fine del 2024 e del secondo nel 2026.
Manca una relazione ambientale che mette a confronto elettrificazione e idrogeno. Soprattutto non si prevedono investimenti per migliorare la linea. Quale vantaggio ne avrà la popolazione? E che beneficio ne trarrà il territorio da una così scarsa produzione di idrogeno? I costi di gestione aumentano, ma il servizio non muta. Non sono contro l’idrogeno, ma andava fatta una relazione ambientale e l’operazione andava condivisa col territorio perché gli investimenti sono significativi e rischiano di risultare incomprensibili se si pensa che non cambierà nulla o quasi per i cittadini che invece chiedono una rete e un servizio efficiente.
Emilio Del Bono, vice presidente consiglio regionale.
