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RhoTerritorio

Evento a Rho: “Le mafie condividono risorse e professionalità criminali: dobbiamo imparare a contrastarle”

Appello di Libera e del ricercatore Andrea Carnì alla serata a Villa Burba

17 Dicembre 2025
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La serata “Immagini Parole Legalità”, svoltasi la sera del 15 dicembre a Villa Burba, ha permesso di analizzare lo sviluppo delle mafie nel nord Italia, su proposta dell’assessorato alla legalità guidato da Nicola Violante e dalla Commissione legalità e antimafia presieduta da Clelia La Palomenta. Pietro Basile, della segreteria milanese di Libera, e Andrea Carnì ricercatore dello staff di Nando Dalla Chiesa in CROSS, hanno fatto il punto sull’evoluzione della presenza mafiosa sul nostro territorio. Punto di partenza il film “Anime nere“, da cui però si è deciso di prescindere: niente proiezione, intenso dibattito.

“Il film tratta di due aspetti: la mafia che decide di manifestarsi al Nord e, per questo, rende la sua organizzazione più complessa, e la mafia rurale, cui guardiamo con curiosità storica ma che oggi non appare così frequente – ha spiegato Pietro Basile – Da quando le tre più grandi organizzazioni mafiose hanno deciso di consorziarsi, per condividere risorse e professionalità criminali, si parla di sistema mafioso lombardo. Libera si è costituita parte civile nel processo Hydra, maxi-processo milanese contro le infiltrazioni di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra in Lombardia, con 144 imputati per associazione mafiosa. Che si arrivi o meno alle condanne, si è riscritta la storia delle mafie”. Andrea Carnì è autore con Nando Dalla Chiesa del libro “Mafia ed economia“: sulla scia di quanto pubblicato ha spiegato come la mafia si basi oggi su due arsenali, “uno militare e uno finanziario, fatto di false fatturazioni, di bancarotta fraudolenta e molto altro“.

“Il film “Anime nere” è del 2014 ma è tratto da un libro del 2008: i volti della ‘Ndrangheta al Nord sono più facilmente visibili dal 2010, ma l’autore ebbe il merito di individuarli prima – ha ricordato Carnì – L’operazione Crimine Infinito ha mostrato come la ‘Ndrangheta sia una palese realtà storica. Dal 1975 si contano “locali” in Lombardia. La prima fu a Calolziocorte. Tenere insieme la complessità del fenomeno mafioso è difficile, il film ci riesce mostrando le diverse facce dell’essere ‘ndranghetista. Al tempo stesso il fenomeno appare arcaico e iperevoluto, muovendosi dalla Calabria a Milano, Londra o New York”. Carnì, sulla scia dell’insegnamento di Giovanni Falcone, ha ricordato come per capire certe situazioni si debbano “usare le stesse categorie, ragionare come i mafiosi”.

 

Basile ha aggiunto un particolare: “Il film osserva questa realtà in modo crudo. Mostra come gli interni delle case siano curati ma non gli spazi esterni, si guarda alla cosa privata e non alla cosa pubblica. I mafiosi si dotano di arsenali pur abbandonando la violenza perché il tempo passato può tornare, se si pestano i piedi a qualcuno. E quel che chiediamo è che tra le vittime non si trovi anche la democrazia. Occorre vigilare su settori in cui girano soldi, ad esempio la sanità. Sui luoghi densi di attività produttive. Quando ci fu Expo Milano 2015 si registrarono anomali flussi dalla Calabria a Milano. Le intercettazioni rivelarono che c’era chi veniva a “riempirsi le tasche”. Poi, grazie alle misure di contrasto messe in atto, nei dialoghi si dicevano “al massimo possiamo ambire all’appalto dei tombini”, segno che certe penetrazioni non erano consentite. Oggi chiediamo la stessa attenzione sui grandi eventi che ci attendono. Serve una comunità monitorante anche rispetto alle attività produttive. Milano è undicesima tra le città del mondo capaci di attrarre capitali stranieri: dove volete che vadano le mafie? Oggi i mafiosi hanno un nuovo linguaggio comune e noi lo abbiamo perso”.

 

Carnì ha ricordato monitoraggi di CROSS ed esortato “a fare attenzione a reati spia, come estorsioni, danneggiamenti seguiti da incendio, usura; a vigilare sulle opere cui si arriva in emergenza, cosa che riduce i tempi di controllo; a tenere d’occhio l’eccessivo utilizzo di subappalti”. “Le mafie creano danni al mercato e, di conseguenza, a tutti noi – ha concluso – Dobbiamo acquisire strumenti per avere degli alert. Penso alla presenza di slot machine, usate per riciclare denaro. Da consumatori possiamo evitare di spendere nei locali con le slot. Occorre stare attenti anche a ristrutturazioni frequenti di bar e ristoranti, con cambi di gestione solo apparenti”. “Si deve vigilare anche sugli extracosti di opere pubbliche importanti – ha concluso Basile – Conoscere il fenomeno e informarsi continuamente è una valida arma di contrasto”.

 

L’assessore alla Legalità del Comune di Lainate, Maria Cecilia Scaldalai, presente con il Sindaco Alberto Landonio e altri esponenti dell’Amministrazione lainatese, si è detta “colpita dalla complessità del fenomeno” e dalla necessità di sviluppare conoscenze adeguate a contrastarlo.

 

“Questa unione di intenti esprime la volontà di lavorare insieme per darci strumenti a livello dell’ambito rhodense – ha concluso l’assessore alla Legalità del Comune di Rho, Nicola Violante – I movimenti dell’azzardo indicano dove si sposta l’attenzione delle mafie: contro il gioco d’azzardo proseguiamo i percorsi avviati nel maggio 2023. Noi vogliamo essere attenti e presenti. Non ci scoraggiamo e proseguiamo la nostra battaglia per la legalità”.

 

L’evento del 15 dicembre apre la rassegna condivisa con i Comuni di Lainate e Arese. Prossimo appuntamento a Lainate, all’Ariston, la sera del 19 gennaio alle ore 21, per scoprire la figura del “Giudice ragazzino” Rosario Livatino.

Comune di Rholegalitàliberamafia
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