Il Comune di Milano presenta il bilancio del primo anno di attività dei progetti sulla salute mentale, finanziati con circa 4 milioni di euro di fondi europei del programma PN METRO PLUS (2024-26). L’iniziativa Milano4MentalHealth ha finora intercettato e sostenuto circa tremila persone, riaffermando l’importanza di un forte intervento sociale accanto a quello sanitario.
L’Assessore al Welfare e Salute, Lamberto Bertolé, ha sottolineato come l’Amministrazione abbia scelto di fare un investimento cruciale nella dimensione sociale della salute mentale, affrontando temi come l’abitare, il lavoro, la grave marginalità e la lotta allo stigma.
Un anno fa il Comune di Milano ha scelto di fare un investimento importante sulla salute mentale nella sua dimensione sociale. Accanto all’aspetto sanitario, in capo al SSN, è infatti indispensabile un forte intervento sociale che riguardi l’abitare, il lavoro, la socializzazione, la grave marginalità, l’orientamento e la lotta allo stigma. I numeri di oggi e le voci delle cittadine e dei cittadini che ogni giorno sono coinvolti ci confermano l’efficacia di questa scelta e la necessità di proseguire in questa direzione, riaffermando che non c’è salute senza salute mentale. Abbiamo avviato un modello virtuoso insieme al Terzo settore e ai servizi sanitari territoriali che necessita di una linea di finanziamento europeo, nazionale o regionale stabile e proporzionata alla complessità di una grande città come Milano. Troppo spesso l’accesso alle opportunità di cura e benessere è condizionato dal reddito: un principio che non possiamo accettare e che, con questi progetti, intendiamo superare. Milano4MentalHealth, ormai appuntamento fisso della città, serve anche a diffondere la conoscenza delle opportunità esistenti, affinché siano accessibili a tutte e a tutti, non privilegio di pochi.
Lamberto Bertolé, assessore al Welfare e Salute
Quattro progetti, risultati concreti
I progetti, attivati grazie alla coprogettazione con il Terzo settore, hanno delineato un modello virtuoso con risultati tangibili in diverse fasce della popolazione:
1. AccogliMi Plus: il supporto ai giovani (14-26 anni)
Pensato per intercettare precocemente le fragilità, il progetto ha raggiunto quasi 2mila beneficiari. Sono state 420 le persone prese in carico con percorsi individualizzati. I bisogni più frequenti riguardano ansia, conflitti familiari e difficoltà relazionali. Un dato significativo è l’efficacia preventiva: il 40% dei giovani è stato intercettato entro un anno dall’inizio delle difficoltà.
2. R3 – Insieme per la Recovery: inclusione per persone con disagio psichico
Il progetto mira all’inclusione di cittadini con disagio psichico, inclusi quelli in uscita dal carcere, attraverso progetti individualizzati. Da giugno 2024, sono stati seguiti 183 beneficiari, con 12 accoglienze in housing e 75 assistenze a domicilio. Inoltre, 312 persone sono state inserite in laboratori e attività territoriali, e 7 hanno beneficiato di tirocini di inserimento lavorativo.
3. L’arte del Possibile: focus sull’inclusione lavorativa
Dedicato all’inclusione lavorativa di persone con disagio psichico nei quartieri periferici, il progetto ha coinvolto 90 beneficiari nell’ultimo anno. Le attività includono laboratori (ciclologistica, cucina), orientamento e tutoraggio post-inserimento. I risultati comprendono 32 tirocini e quattro persone che hanno già concluso contratti di lavoro.
4. Sconfinati: sostegno alla grave marginalità
Questo progetto multidisciplinare affronta la condizione delle persone senza dimora o a rischio di grave emarginazione con disagio psichico. Il team ha seguito 78 persone con bisogni complessi (sostegno psicosociale, assistenza legale, accompagnamento abitativo). Il progetto ha rappresentato un aggancio fondamentale, contrastando la cronicizzazione del disagio e aprendo percorsi di cittadinanza per persone provenienti da diverse aree geografiche.
