E’ stato inaugurato sabato mattina, 20 settembre, a Monza, presso il Bosco della Memoria di Via Messa 1, il monumento dedicato ai 650.000 internati militari italiani – IMI deportati nei lager nazisti, in occasione della Giornata Nazionale loro dedicata.
Alla cerimonia hanno preso parte le autorità cittadine accolte dal Sindaco Paolo Pilotto, il Vicepresidente Nazionale di ANED Leo Visco Gilardi, Il Presidente di ANPI Monza e Brianza Fulvio Franchini, lo storico Luca Frigerio e gli studenti della scuola media Ardigò.
L’opera
Il monumento è stato progettato dall’arch. Rosa Lanzaro, che aveva ideato anche le 92 installazioni permanenti presenti nel Bosco della Memoria dal 2018, dedicate ai monzesi e brianzoli deportati nei lager.
Nella sua scarna semplicità, si inserisce nel contesto del Bosco della Memoria riprendendone l’impostazione progettuale con il segno identificativo dei NO incisi nella cintura di corten che abbraccia un simbolico albero costituito da due rotaie ferroviarie avviluppate da due rose antiche rampicanti “Brunner”.
Tanti NO di varie grandezze e caratteri indicano le varie storie e provenienze di ciascuno dei deportati, che hanno assunto la responsabilità e le conseguenze di una scelta tanto coraggiosa.
Il progetto
Il nuovo monumento amplia il Bosco e la memoria che mantiene viva. E’ posizionato nell’area centrale del Bosco, ove si svolgono le manifestazioni civiche, in posizione laterale rispetto all’installazione principale, in situazione di piena visibilità e di agevole accessibilità.
L’opera è realizzata in memoria delle sofferenze e delle umiliazioni che si sono protratte per oltre 20 mesi di internamento sotto il terzo Reich: una vera Resistenza, con il sacrificio di 50.000 uomini, che meritano un riconoscimento alla memoria per essersi opposti alla sottomissione.
I promotori
La proposta di realizzazione nasce da ANED – Associazione Nazionale ex deportati nei campi nazisti – Sezione di Monza e Sesto San Giovanni, in collaborazione con ANPI – Sezione di Monza e Brianza.
“I nostri papà sono tornati vivi, molti altri no – spiegano gli architetti monzesi Michele Faglia e Antonio Bellini che hanno proposto la realizzazione di monumento dedicato agli ex IMI – Per questo abbiamo pensato al Bosco della Memoria come luogo simbolico dove ricordare le loro storie per non dimenticare mai a quale disumanità l’uomo può arrivare”.
“E’ giusto che il Bosco della Memoria accolga il ricordo di tutti i deportati – aggiunge Milena Bracesco, Presidente di ANED – Sezione Monza e Sesto San Giovanni – Questo luogo di Monza, nato grazie al lavoro di storici appassionati e fortemente voluto da ANED, diventa sempre più un luogo della Storia per la nostra città, a testimonianza di una comunità ancora capace di rispondere al richiamo della Liberta e della Giustizia”.
