Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani manifesta profonda preoccupazione per i gravi fatti avvenuti a Sesto San Giovanni nella notte tra il 2 e il 3 settembre, dove un carabiniere è stato ferito durante un’operazione di controllo degenerata in aggressione. L’episodio, oltre a rappresentare una chiara violazione delle norme penali, solleva interrogativi sulla tenuta del tessuto sociale e sulla capacità delle istituzioni di prevenire fenomeni di devianza giovanile.
“La violenza contro le forze dell’ordine non si esaurisce nella sua qualificazione giuridica di resistenza o lesioni a pubblico ufficiale, ma rappresenta un atto che incrina il patto sociale e mette in discussione la fiducia reciproca tra cittadini e istituzioni. In prospettiva sociologica, tali condotte vanno lette come manifestazioni di disadattamento, frutto di marginalità culturali ed economiche che trovano terreno fertile nell’assenza di riferimenti educativi solidi e condivisi.
Il CNDDU esprime piena solidarietà al militare ferito, riconoscendo l’impegno di chi opera per la tutela della collettività, ma sottolinea la necessità di affiancare alla legittima azione repressiva un percorso di prevenzione strutturato. In questa direzione, la scuola rappresenta l’istituzione più idonea a trasformare la legalità da semplice norma a valore interiorizzato, promuovendo nei giovani la consapevolezza dei diritti e dei doveri che regolano la convivenza civile.
Solo attraverso programmi educativi continui, che intreccino conoscenza delle regole, valorizzazione della diversità e responsabilità sociale, è possibile ridurre le condizioni che alimentano comportamenti antisociali. La cultura della legalità non può essere imposta, ma deve essere vissuta e trasmessa come patrimonio comune, capace di prevenire la devianza e di orientare le energie giovanili verso la partecipazione attiva e costruttiva alla vita comunitaria.
La scuola deve pertanto configurarsi come luogo di protezione e crescita, dove ogni alunno possa acquisire strumenti di cittadinanza attiva e di dialogo interculturale, prevenendo l’isolamento e la marginalità. La responsabilità educativa non può limitarsi al singolo istituto, ma richiede una rete integrata tra famiglie, associazioni, istituzioni e forze dell’ordine. Solo una strategia condivisa può garantire la riduzione dei conflitti e la costruzione di una convivenza rispettosa dei diritti e della dignità di tutti. Il Coordinamento invita pertanto a leggere questi fatti come un monito collettivo, affinché la tutela della legalità sia accompagnata dalla promozione di una cultura della responsabilità, del rispetto reciproco e dell’inclusione sociale.
Il CNDDU ricorda che l’educazione alla legalità, radicata nei principi costituzionali e nei diritti umani internazionalmente riconosciuti, costituisce il presupposto essenziale per prevenire la violenza e per rafforzare la coesione della comunità, promuovendo giovani consapevoli e cittadini responsabili”.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU
