Due casi di West Nile virus sono stati confermati in Lombardia. Si tratta di due donne: una di 38 anni a Milano, in condizioni non gravi, e una di 66 anni a Pavia, per la quale è stato necessario il ricovero ospedaliero. Entrambi i casi sono stati gestiti secondo i protocolli sanitari previsti.
A rassicurare la popolazione è il direttore generale al Welfare di Regione Lombardia, Mario Melazzini:
La situazione è assolutamente sotto controllo e i cittadini possono stare tranquilli. Si tratta di una malattia praticamente endemica che, ormai dal decennio scorso, si manifesta anche in Regione Lombardia. Nella quasi totalità dei casi non è necessario il ricovero e si guarisce da soli. Regione Lombardia ha attivato, come di consueto accade ogni anno, tutti i protocolli previsti per il monitoraggio e la sorveglianza non solo dei casi che si sviluppano nell’uomo ma anche della diffusione del virus tramite le zanzare e negli animali. Al momento non esiste alcuna criticità.
Mario Melazzini, direttore generale del Welfare di Regione Lombardia
Regione Lombardia ha già attivato, come ogni anno, i piani di sorveglianza e monitoraggio non solo sull’uomo, ma anche su zanzare e animali, con l’obiettivo di contenere e prevenire la diffusione del virus.
Il sistema di monitoraggio: zanzare, uccelli e cavalli “sentinella”
Il contenimento del West Nile virus in Lombardia si basa su un sistema integrato che coinvolge Regione, ATS locali, Comuni e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER).
Zanzare
Le zanzare – principali vettori del virus – vengono catturate attraverso circa 100 trappole a CO₂ dislocate in aree a rischio tra pianura e collina, attive nel periodo maggio-ottobre. Le trappole sono operative anche nei tre aeroporti lombardi (Malpensa, Linate e Orio al Serio), per intercettare eventuali nuove specie provenienti da altri Paesi.
Ogni due settimane, gli insetti raccolti vengono analizzati da IZSLER. In caso di positività, vengono attivate misure di emergenza:
blocco temporaneo di donazioni di sangue, organi e tessuti nelle aree interessate;
allerta a Pronto Soccorso, medici di base e pediatri nelle province coinvolte e confinanti.
Uccelli selvatici
Gli uccelli migratori e stanziali sono serbatoi naturali del virus. Il monitoraggio avviene tramite cattura e analisi di circa 20 esemplari per provincia, morti o abbattuti (come corvi e gazze). Anche in questo caso, la positività attiva la stessa catena di prevenzione.
Cavalli
I cavalli, pur non trasmettendo il virus all’uomo, possono sviluppare sintomi neurologici gravi e sono considerati vere e proprie “sentinelle” sanitarie. La sorveglianza prevede test diagnostici solo in presenza di sintomatologia specifica.
