A 78 anni dal terribile naufragio della motobarca Annamaria, il Comune di Milano ha commemorato le giovani vittime coinvolte in quella tragedia che sconvolse l’Italia nel secondo dopoguerra.
Questa mattina, l’assessora ai Servizi civici e generali Gaia Romani ha deposto una corona di fiori a nome dell’Amministrazione comunale presso il memoriale dedicato alle vittime, situato all’interno del Cimitero Maggiore.
Era il 16 luglio 1947, tardo pomeriggio, quando la gita all’isola Gallinara, nel savonese, si trasformò in tragedia. A bordo della motobarca Annamaria si trovavano 84 bambini, tutti maschi tra i 4 e gli 8 anni, molti dei quali orfani di guerra e ospiti della colonia della solidarietà nazionale di Loano. L’imbarcazione, a poche decine di metri dalla costa, urtò un palo di ferro e iniziò ad affondare rapidamente.
Anche quest’anno ho voluto recarmi qui, al Cimitero Maggiore, per celebrare il ricordo di una terribile e ingiusta tragedia, che costò la vita a così tanti bambini, ed esprimere la vicinanza dell’Amministrazione milanese alle famiglie coinvolte. L’impegno, di istituzioni e cittadinanza, deve proseguire nel mantenere viva la memoria di quanto accadde 78 anni fa. Quella di Albenga fu una tragedia che scosse un’intera comunità che si strinse nel dolore e mostrò grande solidarietà. Accanto alle piccole vittime, infatti, è nostro dovere oggi ricordare il coraggio di chi non esitò a gettarsi in acqua, nel tentativo di salvare quante più vite, e di quanti si attivarono per offrire indumenti e ospitalità.
assessora ai Servizi civici e generali Gaia Romani
Nonostante alcuni bimbi riuscirono a raggiungere la riva a nuoto o vennero salvati, per 48 persone – di cui 44 erano bambini – non ci fu nulla da fare. Le immagini delle piccole salme allineate fecero il giro del Paese, suscitando un’ondata di commozione nazionale.
I funerali si svolsero nel Duomo di Milano, alla presenza del sindaco dell’epoca Antonio Greppi, dell’intero Consiglio comunale e di una folla silenziosa e profondamente colpita.
Quel giorno rimane nella memoria collettiva come uno dei più gravi disastri civili del dopoguerra con vittime infantili. Milano continua a rinnovare il proprio impegno nel custodire la memoria di chi non è tornato da quel mare, affinché il ricordo non si perda nel tempo.
