Insegnante di inglese per 18 anni, Ilaria Pelucchi ha scelto di cambiare vita seguendo il profumo della sua passione: la pasticceria. Così nasce Lallabycake ora a Busto Arsizio, laboratorio di dolci senza glutine e senza lattosio, diventato oggi una realtà tutta al femminile dove le parole d’ordine sono creatività, innovazione e resilienza. Ilaria racconta le origini del suo progetto, l’importanza di una rete solida e la forza silenziosa che solo le donne sanno portare in cucina, e nella vita.
Non sei sempre stata una pasticcera: come sei arrivata a questa attività?
Sono stata insegnante di inglese nella scuola statale per 18 anni, tra elementari e materna. Avevo superato tre concorsi, la mia carriera sembrava tracciata. Poi nel 2011 ho cominciato un percorso diverso, quello della pasticceria. Ho iniziato con esibizioni e formazione di cake design che mi hanno portata in giro per l’Italia e l’Europa.
Mia nonna Vanda è stata un po’ la mia seconda mamma perché i miei genitori facevano gli ambulanti e lei è stata un riferimento assoluto. È venuta a mancare proprio nella settimana in cui preparavo la mia prima torta importante per Disney Channel. L’ho dedicata a lei: doveva essere colorata ed è stata la meno colorata che abbia mai creato. Lei mi chiamava affettuosamente “Lalla”, e da lì è nato il nome della mia attività: Lallabycake, il mio modo per tenere vivo quel legame.
Com’è nata l’idea di aprire una pasticceria senza glutine e senza lattosio?
Durante il cambio sede – da Castellanza a Busto Arsizio – ho colto l’occasione per sperimentare. Sono una persona curiosa, ho seguito corsi specifici con grandi professionisti e ho voluto provare. Oggi posso dire che ho fatto bene: il senza glutine e senza lattosio è sempre più richiesto, anche da chi non è allergico perché permette di venire incontro alle esigenze di tutti senza rinunciare al gusto. E poi abbiamo quelle che chiamiamo “Torte di niente” perché sono anche senza uova: sono pensate per vegani e bambini con allergie o intolleranze che possono finalmente festeggiare il compleanno come tutti i loro amici con. È una gioia doppia per noi vedere che piacciono a tutti e permettono alle persone di non fare rinunce.
Il tuo è un team tutto al femminile: quanto conta l’energia delle donne nel tuo laboratorio?
Tantissimo. La nostra forza sta nella diversità: siamo donne di età, esperienze e stili diversi. Ci sono mamme, ragazze giovani con una visione più leggera e attenta ai social. Ad esempio c’è Simona, la pasticcera responsabile del laboratorio del senza glutine: una persona buona, instancabile e sempre sorridente che dà energia e supporto anche nei momenti bui. E poi c’è Marina – la nostra responsabile del laboratorio di pasticceria – che lavora con me da quasi 8 anni e ha il dono di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto… e questo ci aiuta a relazionarci perché arrivava da me dicendo “Boss abbiamo un problema”. Le ho detto: “Non dire problema, di’ banana”. E così a volte abbiamo una buccia e una volta un casco, ma impariamo a vedere le situazioni non come problemi insormontabili, ma come questioni da affrontare. Abbiamo una reattività incredibile, una capacità di problem solving tutta nostra.
C’è un momento o un incontro che ti ha particolarmente segnata nel tuo percorso?
Ne ho incontrate tante di persone belle, ma se penso a qualcuno che mi ha davvero dato tanto a livello umano e professionale, penso a Gennaro Barbato. È un dimostratore per l’azienda con cui collaboro: l’ho conosciuto una decina d’anni fa e da allora non ha mai smesso di supportarmi con generosità e passione, senza chiedere nulla in cambio. È raro. È stato un punto di riferimento, come io cerco di esserlo oggi per chi si affaccia a questo mondo.
Poi c’è un altro momento che non dimentico: la decisione di aprire il nuovo laboratorio, quella storica ex concessionaria auto di oltre 500 metri quadri. Ho preso le chiavi di notte, il 1° luglio 2024. In un mese e mezzo avevo già tutto pronto. È stato un fulmine a ciel sereno: una botta di energia, ma anche una valanga di capelli bianchi. Il passaggio è stato impegnativo anche per le mie ragazze: da laboratorio a bar con vendita al pubblico è cambiato tutto. L’organizzazione, la produzione, il contatto con le persone. Oggi anche loro arrivano dietro al bancone, mentre un tempo stavano “dietro le quinte”. Abbiamo portato i colori e l’allegria della nostra produzione anche in caffetteria e il rapporto con i clienti si è sviluppato, non si limita più a ordinare e ritirare.
Come trovi l’equilibrio vita-lavoro?
Sono una donna con tante etichette: imprenditrice, consigliera di Terziario Donna Varese, moglie da 25 anni, mamma di due figli di 18 e 23 anni, padrona del cane Valda, con cui faccio ricerca… l’equilibrio si trova a pizzicotti!
Devi obbligarti a prenderti dei momenti, anche se non è facile lasciare il controllo ad altri. Sono fortunata: ho un team di cui mi fido, ma se esco dal laboratorio c’è sempre qualcuno che mi guarda e pensa: “Ecco, lei non lavora”. Ma magari sto andando a un incontro per l’attività, o a ordinare forniture. A volte mi sono sentita quasi in colpa: “Non sarà che mi sto riposando troppo?”, poi mi ricordo che è luglio, che mi sto prendendo un’ora, che è tutto normale.
Anche perché di solito vado sempre a mille: mia nonna Vanda mi diceva sempre “Una ne fai e cento ne pensi” ed è davvero così.
Se potessi dare un consiglio a chi sogna di mettersi in proprio oggi, quale sarebbe?
Fallo. Senza se e senza ma. Io credo nel motto “Yes we can”. Però serve una rete: nessuno costruisce nulla da solo. Ci vogliono persone che credano in te, che ti aiutino, che sappiano stare al tuo fianco nei momenti belli ma soprattutto nei momenti complicati. Guardati attorno, scegli chi ti fa crescere.
L’essere donna ha contribuito alla tua impresa?
Assolutamente sì. Siamo un’impresa tutta al femminile e di questo vado fiera. Non dico che siamo migliori, ma siamo sicuramente diverse. Abbiamo almeno un paio di marce in più: l’intuito, la sensibilità, la capacità di adattamento.


Durante il cambio sede – da Castellanza a Busto Arsizio – ho colto l’occasione per sperimentare. Sono una persona curiosa, ho seguito corsi specifici con grandi professionisti e ho voluto provare. Oggi posso dire che ho fatto bene: il senza glutine e senza lattosio è sempre più richiesto, anche da chi non è allergico perché permette di venire incontro alle esigenze di tutti senza rinunciare al gusto. E poi abbiamo quelle che chiamiamo “Torte di niente” perché sono anche senza uova: sono pensate per vegani e bambini con allergie o intolleranze che possono finalmente festeggiare il compleanno come tutti i loro amici con. È una gioia doppia per noi vedere che piacciono a tutti e permettono alle persone di non fare rinunce.
Sono una donna con tante etichette: imprenditrice, consigliera di Terziario Donna Varese, moglie da 25 anni, mamma di due figli di 18 e 23 anni, padrona del cane Valda, con cui faccio ricerca… l’equilibrio si trova a pizzicotti!