Proseguono i lavori per la valorizzazione di uno dei luoghi simbolo della memoria storica di Milano: il monumento di Piazza Cinque Giornate, al centro di un ambizioso progetto di restauro e di ricerca scientifica sui resti scheletrici conservati nella cripta sottostante.
L’iniziativa, coordinata dall’Area Funebri del Comune di Milano, vede la collaborazione di importanti enti di ricerca e istituzioni, tra cui il Labanof – Università degli Studi di Milano e la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. L’obiettivo è duplice: preservare il monumento, realizzato dallo scultore Giuseppe Grandi tra il 1881 e il 1895, e ricostruire la storia dei caduti delle Cinque Giornate di Milano, tumulati nel sepolcreto dell’Ospedale Maggiore prima di trovare sepoltura definitiva nella cripta del monumento.
Un restauro che svela nuovi dettagli sulla storia del monumento
Dall’autunno scorso, il maestoso obelisco di 23 metri è avvolto dai ponteggi, permettendo agli esperti di analizzarne in dettaglio la struttura e le tecniche di costruzione utilizzate da Giuseppe Grandi. Grazie a un’approfondita pulizia dei bronzi, sono emerse informazioni inedite sulla scelta dei materiali: il monumento presentava originariamente una differente colorazione tra l’obelisco, più scuro e tendente al rossastro per l’alta percentuale di rame nella lega metallica, e le cinque figure femminili allegoriche, più chiare grazie a una maggiore presenza di stagno.
Le moderne tecnologie hanno permesso di esplorare l’interno della struttura con strumenti miniaturizzati, come microcamere e sonde luminose, rivelando dettagli costruttivi inediti e i ripensamenti avvenuti nel corso dei 13 anni di realizzazione dell’opera. Per la prima volta, una squadra di restauratori entrerà all’interno dell’obelisco grazie all’installazione di una scala, consentendo non solo la prosecuzione degli interventi conservativi, ma anche la risoluzione di problemi strutturali, come le infiltrazioni d’acqua che minacciano la cripta sottostante.
L’indagine sui resti umani della Cripta
Parallelamente ai lavori di restauro, il Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano) sta conducendo un’importante ricerca sui resti umani custoditi nella Cripta. L’indagine, basata su tecniche forensi avanzate, punta a ricostruire le caratteristiche biologiche e demografiche dei caduti delle Cinque Giornate, contribuendo alla conservazione della loro memoria storica.
L’analisi ha già evidenziato alcune sfide, come la presenza di resti commisti, cioè ossa mescolate tra loro, e le differenti condizioni di conservazione dei reperti. Tuttavia, grazie all’uso di software specializzati e metodi di identificazione avanzati, i ricercatori stanno progressivamente ricostruendo la storia individuale di ciascun caduto.
Lo studio antropologico si integra con un’approfondita ricerca storica, resa possibile dai documenti conservati presso l’archivio del Policlinico di Milano, che include l’elenco originale dei caduti tumulati nel sepolcreto dell’ospedale. Le loro spoglie, in seguito, furono trasferite nella cripta del monumento, dove ancora oggi i loro nomi sono incisi sulle pareti, testimoniando il sacrificio compiuto per la libertà della città.
Un progetto di valore storico e culturale
L’indagine condotta dal Labanof non si limita alla ricostruzione storica, ma rappresenta un punto di riferimento nell’analisi di eventi di massa del passato. Il caso delle Cinque Giornate di Milano è stato infatti comparato con studi su tragedie più recenti, come il disastro di Linate e le fosse comuni di Srebrenica, dimostrando come l’antropologia forense possa contribuire alla gestione e alla comprensione della memoria collettiva.
Grazie a questo lavoro interdisciplinare, il restauro del monumento di Piazza Cinque Giornate non è solo un intervento conservativo, ma un’operazione di recupero della memoria storica della città, restituendo dignità ai suoi caduti e rafforzando il legame tra Milano e il suo passato.
Quello che abbiamo intrapreso è un progetto davvero ambizioso. Il monumento di Cinque Giornate e la storia della sua Cripta toccano profondamente il cuore dei milanesi e per questo siamo entusiasti di restituire alla cittadinanza un luogo così identitario. E lo siamo ancor di più, perché grazie allo straordinario lavoro della professoressa Cristina Cattaneo e del suo staff potremo ricostruire l’identità dei tanti uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per la libertà della nostra città.
Gaia Romani, assessora ai Servizi civici e generali
