A fronte di uno sforzo condiviso per far ripartire il Paese, oggi vediamo tagliate risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa nei nostri Comuni Lombardi”.
Una lunga lettera, sottoscritta da 210 sindache e sindaci Lombardi (che di seguito riportiamo nella sua interezza) rivolta ai Ministri Piantedosi e Giorgetti, per chiedere di non tagliare risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa. Anche Pioltello ha sottoscritto il documento.
Risorse che devono rimanere agli Enti locali per permettere di garantire a cittadine e cittadini tutti i servizi essenziali.
Di seguito il testo completo della lettera:
Egregi Ministri, in questi anni, come Comuni, abbiamo lavorato per intercettare quella irripetibile occasione di sviluppo per i nostri territori rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo abbiamo fatto partecipando prima ai bandi, poi mettendo a terra le risorse ottenute rispettando le “milestones” previste dalle procedure per le fasi di progettazione, di indizione ed espletamento gare e per la rendicontazione. Questa poderosa iniezione di risorse, unita a un grande lavoro delle strutture comunali, sottoposte a carichi lavorativi mai visti in precedenza, con organici già sottodimensionati e rimasti, nella sostanza, invariati, sta concorrendo a rigenerare immobili e aree pubblici, a costruire nuove strutture per offrire servizi aggiuntivi alla popolazione, ad aumentare la sostenibilità ambientale, ma anche la coesione e l’inclusione sociale nelle nostre comunità. In poche parole: si è trattato di investimenti necessari per far ripartire le nostre comunità locali e moltiplicare occasioni di sviluppo e crescita. Come Comuni abbiamo affrontato un investimento sulle strutture (scuole, palestre, centri civici e sportivi, ecc.) consapevoli che non avremmo avuto risorse aggiuntive per la gestione di nuovi servizi e che avremmo dovuto organizzare i nostri bilanci comunali per essere pronti, dal 2026 a questa nuova sfida: più servizi senza incremento della spesa corrente.
Ma cosa è successo in questi anni?
Dal 2020 a oggi abbiamo fronteggiato, come tutto il Paese, un’inflazione galoppante e un incremento dei prezzi per le materie energetiche che non sono più ritornati ai valori pre-crisi Ucraina; inoltre stiamo gestendo aumenti contrattuali dovuti al personale comunale e a quello delle cooperative sociali che assicurano gran parte dei servizi sociali, educativi e assistenziali nei sistemi di welfare delle nostre comunità locali. Ancora: la spesa sociale nei nostri Comuni è letteralmente esplosa nel corso degli ultimi anni: l’invecchiamento della popolazione, la crescita della non autosufficienza, e soprattutto l’infragilimento delle reti familiari col conseguente aumento del carico per servizi di educativa scolastica e per la protezione dei minori sta drenando risorse impensabili fino a qualche anno fa dai nostri bilanci. Insomma siamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa e socio assistenziale che si sta riversando sui nostri Enti: i cui bilanci – già oggi – sono oltre il limite della capacità di assorbire ulteriori incrementi di domanda (e di conseguente spesa). Abbiamo accettato tutto questo, dal 2020 a oggi, e responsabilmente lo abbiamo affrontato. Anche chiedendo attenzione e ricevendo, in alcuni recenti passaggi, risposte e fondi specifici per affrontare le fasi più acute della crisi e degli incrementi di costi che hanno dimostrato con i fatti l’attenzione istituzionale rivolta agli Enti Locali più prossimi alla cittadinanza e ai suoi bisogni concreti. Ma oggi ci troviamo in uno scenario nuovo. A fronte di uno sforzo condiviso per far ripartire il Paese, oggi vediamo tagliate risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa nei nostri Comuni Lombardi. I tagli previsti dallo schema di decreto ministeriale, recante riparto del contributo alla finanza pubblica previsto dall’articolo 1, comma 533, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, pari a 250 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, di cui 200 milioni di euro annui a carico dei comuni e 50 milioni di euro annui a carico delle province e delle città metropolitane, comporta un taglio alla carne viva delle nostre comunità.
Gli schemi che stanno circolando prevedono per il solo 2024 quasi 47 milioni di euro di taglio netto ai Comuni Lombardi. Sono risorse necessarie, anzi vitali, per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell’equilibrio contabile dei nostri Enti.
Per questa ragione, oggi più che mai, chiediamo con forza che queste risorse, essenziali per finanziare la Spesa Corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, come prevede il Piano dei tagli per i prossimi cinque anni. L’alternativa, che non vorremmo mai e poi mai prendere in considerazione è, tagliare i servizi e aumentare le tariffe, gravando così sui cittadini. Tagli e aumenti che dovremo motivare, spiegando ai cittadini in termini chiari come, a fronte di spese aumentate per dar loro servizi essenziali, le risorse vengano drasticamente ridotte per scelte che hanno luogo lontano dalle nostre comunità Lombarde. Non vorremmo che questa fosse l’autonomia che residua ai Comuni: tagliare e far pagare di più i cittadini. Così come non vorremmo che alcuni Sindaci Lombardi si trovassero – e sarebbe un duro colpo per l’immagine della nostra regione – nella condizione di generare disavanzo nei bilanci. Da Lombardi, crediamo che sarebbe una ferita rispetto alla storica capacità di gestire in autonomia la tenuta sociale e lo sviluppo delle nostre comunità. Servirebbero risorse aggiuntive: responsabilmente, per il bene della finanza pubblica, non chiediamo che ci siano date ma almeno che ci vengano lasciate quelle attuali. O almeno che vengano date possibilità di flessibilità nella redazione dei nostri bilanci per i prossimi 5 anni (uso dell’avanzo per spesa sociale; riduzione % accantonamenti FCDE; ecc.) tali da consentirci di fronteggiare lo scenario drammatico che questi tagli comporteranno per i prossimi 5 anni e che tali tagli non si applichino già a partire dall’anno in corso.
La spesa corrente è stata già ridotta, per i Comuni, da diversi anni a questa parte, arrivando ai limiti della tollerabilità. L’uso dell’avanzo di amministrazione, anno dopo anno, per coprire costi sociali crescenti diviene sempre più difficile. Un ulteriore taglio comporterebbe, inevitabilmente, ricadute che, da Sindaci, responsabili delle comunità che amministriamo, non consideriamo più sostenibili. Dateci la possibilità di non mortificare i nostri cittadini e di garantire i servizi come abbiamo fatto – con enormi sacrifici – negli ultimi anni. Solo così gli investimenti che stiamo attuando attraverso il PNRR faranno ripartire la Lombardia e l’Italia. Siamo certi che interlocutori attenti come Voi alle esigenze degli Enti Locali Italiani, e dei Comuni Lombardi nello specifico, sapranno trovare le giuste forme per permettere a Enti virtuosi da un punto di vista economico di non entrare in condizioni di gravi difficoltà gestionali.
I sindaci lombardi tra cui Ivonne Cosciotti, primo cittadino di Pioltello
