Come è noto, ogni persona può scegliere di disporre del proprio patrimonio per il tempo in cui non ci sarà più, redigendo un testamento. In questo caso, la futura successione verrà definita successione testamentaria. Del tutto indifferente è la circostanza che il testamento sia olografo, segreto o pubblico.
La possibilità di disporre del proprio patrimonio per testamento, incontra però dei limiti: la legge, infatti, attribuisce ad alcuni soggetti denominati legittimari, la “quota di riserva” che deve essere rispettata anche e a prescindere dalle volontà del de cuius. La “quota di riserva” altro non è che una quota intangibile di patrimonio che spetta ad alcuni soggetti titolari di uno stretto vincolo di parentela con il defunto. Proprio per la sua portata imprescindibile, questa successione è definita dal legislatore come successione necessaria.
Nell’ipotesi, invece, in cui il testamento non venga redatto, è la legge a determinare le modalità di ripartizione del patrimonio ereditario tra gli eredi legittimi. In questo caso, si è in presenza della successione ex lege, nella quale gli eredi legittimi si dividono il patrimonio secondo la quota stabilita dalla Legge l’intero patrimonio ereditario.
Gli Avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini precisano che “nel particolare caso in cui il de cuius, abbia redatto un testamento nel quale ha annoverato e disciplinato la devoluzione solo alcuni beni del suo patrimonio, per esempio ha disposto solo con riguardo ai beni immobili e non ha fatto cenno alla devoluzione delle consistenze bancarie, la successione sarà mista, ovvero si avrà coesistenza della successione testamentaria (nel nostro esempio, con riguardo alla devoluzione dei beni immobili), e della successione legittima, (per la divisione delle consistenze bancarie)”.
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