Con un grande sorriso e il suo modo di fare elegante Gaetano Esposito, maestro sarto napoletano, ci accoglie nel suo atelier in via Paolo Bassi a Milano. L’ambiente è il sapiente mix di strumenti di lavoro – dalla macchina per cucire ai cartamodelli – e radici napoletane. Della città partenopea spiccano la tradizione della grande sartoria italiana e quel profumo di autentico espresso: “Volete un caffè?” ci chiede facendoci sentire a casa. Impossibile dire di No.
Mentre sorseggia il suo espresso si accomoda sulla panca, a noi ha riservato le poltroncine: rilassato e completamente a suo agio risponde solare a tutte le nostre domande.
Cominciamo dal principio: come hai iniziato la tua carriera nella sartoria?
Sono sempre stato avvolto, è questo il caso di dirlo, dai tessuti , filati, bottoni e da tutto quello che serviva per realizzare abiti da uomo: mio padre lavorava nel settore dell’accessoristica per l’abbigliamento, e questo mi ha portato a essere immerso in un ambiente legato al mondo della moda fin da giovane. Tuttavia, il passaggio alla sartoria artigianale è stato un percorso che ho intrapreso seguendo la mia passione e le mie esperienze personali presso le sartorie artigianali di Napoli dal, lontano, 1996. Successivamente, l’apertura della mia sartoria, a Napoli, nel 2004 mi ha permesso di poter iniziare a coccolare clienti napoletani e campani. Nel 2009, una persona per me molto speciale, mi commissionò il primo abito a Milano. Nel 2016, ho aperto la bottega a Milano per poter meglio coccolare i numerosi clienti che negli anni erano aumenti.
Quali sono le tappe più significative che hai attraversato lungo il tuo percorso professionale?
Come accennato, una delle date che ricordo con particolare emozione è il 23 dicembre 2009, quando sono arrivato qui a Milano per la prima volta. Ho incontrato una persona che mi ha dato fiducia affidandomi il primo abito da realizzare per un cliente milanese. Da allora mi ha presentato a tante altre persone, da quel momento in poi, ho avuto l’opportunità di ampliare le mie collaborazioni. Il trasferimento qui è stato un passo importante che ha contribuito a plasmare la mia carriera e a far crescere la mia bottega nel corso degli anni.
Cosa ti ispira nel tuo lavoro quotidiano?
La mia principale fonte di ispirazione è il buongusto del passato e il rispetto per la tradizione sartoriale. Trovo che ci sia una bellezza unica nel modo in cui la sartoria tradizionale interpreta il concetto di eleganza e artigianalità, e questo mi spinge costantemente a cercare di mantenere vive questi aspetti nel mio lavoro.
Puoi descriverci la tua bottega e il suo ambiente?
La mia bottega è un piccolo rifugio per gli amanti della sartoria artigianale. Accolgo le persone con un caffè napoletano, proprio per mettere subito a proprio agio tutti. Al banco da taglio prendono vita gli abiti su misura. Ci sono poi la zona dei cartamodelli, della macchina per cucire, della stireria e tutto ciò che serve. Inoltre, c’è una saletta prove più intima, dove i clienti possono sentirsi liberi di provare i capi in tranquillità e privacy.
Hai avuto delle collaborazioni memorabili o dei progetti significativi di cui sei particolarmente orgoglioso
Recentemente ho avuto l’onore di avviare la collaborazione con Ulturale Napoli, storico marchio napoletano di cravatte. Inoltre, ho stretto rapporti di collaborazione con alcuni dei migliori negozi di tessuti qui a Milano, soprattutto con Asnaghi, con cui abbiamo un ottimo rapporto di fiducia reciproca: in vetrina da loro c’è un mio manichino con le creazioni più recenti.
Affrontare le sfide nel creare abiti su misura per clienti con gusti e esigenze molto diversi può essere stimolante. Qual è il tuo approccio a questa sfida?
È una delle parti più divertenti del mio lavoro. Ogni cliente è unico, con i propri gusti e preferenze, che spesso vanno ben oltre il solito abito blu o grigio. Chi ha provato l’esperienza della sartoria su misura difficilmente torna agli abiti in serie. Cerco sempre di interpretare le esigenze degli uomini; è come fare una sorta di “risonanza magnetica” delle loro preferenze per creare qualcosa di autenticamente su misura.
Parlando di materiali e tecniche, hai delle preferenze?
Non ho preferenze fisse. Credo che ogni tessuto e ogni tecnica abbia il suo fascino e la sua utilità, a seconda del capo che si sta realizzando e delle preferenze del cliente. Accetto ogni sfida e cerco di utilizzare il meglio disponibile per garantire un risultato di alta qualità. Non sarei un buon sarto se non utilizzassi i migliori materiali richiesti dal cliente, non importa se siano più o meno difficili da lavorare, anzi la trovo una sfida affascinante.
E come vedi l’evoluzione della moda su misura nel contesto dell’industria della moda odierna?
La moda su misura, oltre a offrire ai clienti un’esperienza unica e personalizzata, è anche green: riduce il consumo e lo spreco di materiali, trasmette cultura e tradizione, e sottolinea l’importanza dell’artigianato nell’era della produzione di massa.
E sul fronte dei giovani: qual è il tuo approccio nell’insegnare loro l’arte della sartoria?
Il mio approccio è quello di creare un ambiente positivo e stimolante dove i giovani possano crescere e imparare e ben retribuito. Se offriamo ai ragazzi un ambiente positivo e un buono stipendio credo che avranno interesse a lavorare bene e a migliorarsi ogni giorno.
Qual è il tuo approccio nei confronti dei clienti?
Io coccolo molto i clienti. E poi sono il sarto che ascolta attentamente le loro esigenze e desideri. Mi piace fare domande per capire meglio il loro stile di vita e le loro preferenze per creare qualcosa che li soddisfi pienamente. Attraverso una serie di domande mirate, cerco di definire colore, stile e materiali per creare un capo che li soddisfi appieno. Credo che questo approccio personalizzato sia ciò che rende davvero speciale l’esperienza della mia sartoria su misura.
Quindi qual è il tuo processo creativo quando ti viene commissionato un nuovo capo?
Ogni cliente è un mondo a sé. Cerco di comprendere lo stile di vita, le abitudini e le occasioni d’uso dell’abito. Non faccio mai scegliere i tessuti in una giornata uggiosa perché so che la percezione del colore può variare molto a seconda delle condizioni di luce. Una volta raccolte tutte queste informazioni, inizio a lavorare.
E proprio in questo iter hai un servizio che ti contraddistingue, potresti approfondirlo?
Offro ai miei clienti la possibilità di provare gratuitamente i miei servizi. Questo significa che possono sperimentare la qualità del mio lavoro senza alcun impegno. È una sorta di prova di fiducia verso l’abito. Prese le misure e realizzato il cartamodello, facciamo un abito di prova con tessuto non nobile per offrire agli uomini l’opportunità di capire come se lo sentono addosso. Dopo la prova e aver visto la cura e l’attenzione che metto in ogni dettaglio, solitamente una persona è più serena nell’affidarsi completamente alla mia esperienza e alla mia professionalità.
La bottega è il luogo che ospita la grande esperienza di Gaetano Esposito: la sua eleganza si può apprezzare nella scelta dei materiali, selezionati tra i migliori fornitori mondiali, nella cura dei dettagli e nella sua spontanea volontà di mettere a proprio agio le persone. E poi c’è l’aspetto formativo: si esce sempre arricchiti da una conversazione con Gaetano, sia umanamente sia culturalmente, si resta affascinati e arricchiti perché si capisce davvero il grande lavoro artigianale che sta dietro la realizzazione di un abito sartoriale su misura.

Offro ai miei clienti la possibilità di provare gratuitamente i miei servizi. Questo significa che possono sperimentare la qualità del mio lavoro senza alcun impegno. È una sorta di prova di fiducia verso l’abito. Prese le misure e realizzato il cartamodello, facciamo un abito di prova con tessuto non nobile per offrire agli uomini l’opportunità di capire come se lo sentono addosso. Dopo la prova e aver visto la cura e l’attenzione che metto in ogni dettaglio, solitamente una persona è più serena nell’affidarsi completamente alla mia esperienza e alla mia professionalità.