Il Ministero della Difesa ha allocato una cifra significativa di 700.000 euro per il recupero della Saronio, ma finora l’avanzamento delle operazioni sembra essere in stallo. La situazione è caratterizzata dall’attesa dell’abbattimento degli edifici fatiscenti e dell’attuazione del piano di caratterizzazione per l’ex fabbrica di Cerro al Lambro. Questa area, che fu un sito di produzione di armi chimiche durante il periodo fascista, è attualmente compromessa dalla presenza di arsenico e mercurio nel terreno, residui delle attività belliche del passato.
Nonostante numerosi annunci e indiscutibili ritardi, si nutre ora la speranza che il 2024 possa rappresentare l’anno cruciale per avviare le fasi preliminari necessarie per bonificare l’area industriale dismessa. Questo vasto terreno di 45.000 metri quadrati, abbandonato da quasi mezzo secolo e di proprietà dell’Esercito, è ancora contrassegnato da un imponente arco di 40 metri adornato dall’aquila fascista, testimonianza del suo passato storico.
