L’acquisto della casa familiare in comproprietà può essere causa di forti litigi tra ex coniugi in sede di separazione. Il motivo principale di scontro spesso riguarda il fatto che in presenza di figli minori o non economicamente autosufficienti, l’immobile, pur in comproprietà, viene assegnato al coniuge presso il quale sono collocati i figli.
Di fatto, quindi, il coniuge al quale viene affidato l’immobile in presenza di figli minori o non autosufficienti economicamente, utilizza esclusivamente un immobile di cui è in realtà comproprietario.
Se il coniuge al quale hanno assegnato la casa familiare matura l’idea di acquistare anche il 50% di proprietà dell’ex coniuge, quest’ultimo dovrebbe versare all’ex coniuge il suo valore venale, senza che possa assumere rilevanza la presenza del vincolo di assegnazione.
Gli avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini, titolari dello studio legale Lambrate, precisano che “proprio di recente la Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha infatti confermato che ai fini della determinazione del conguaglio in favore dell’altro coniuge, bisognerà fare riferimento, in proporzione alla quota di cui era comproprietario, al valore venale dell’immobile attribuito in proprietà esclusiva all’altro coniuge” (Cass. Sez. Un. del 9 giugno 2022 n. 18641).
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