È possibile che nel patrimonio del de cuius siano presenti delle passività. I chiamati all’eredità potrebbero, dunque, trovarsi nell’indecisione se accettare o meno l’eredità perché spaventati dal dover far fronte ai debiti ereditari con le loro risorse personali.
Accettare l’eredità con beneficio di inventario può essere la soluzione.
La Legge, infatti, prevede che il chiamato all’eredità che ha accettato con beneficio di inventario potrà pagare i debiti ereditari soltanto con il patrimonio ereditario.
L’accettazione col beneficio d’inventario si fa mediante una dichiarazione davanti ad un Notaio o davanti al cancelliere del Tribunale competente.
La dichiarazione deve essere preceduta o seguita dall’inventario dei beni ereditari.
L’inventario deve essere redatto per atto pubblico ed è soggetto alla pubblicità dell’inserzione nel registro delle successioni, come la dichiarazione di accettazione beneficiata. La Legge prescrive, altresì, che l’inventario deve essere redatto entro un preciso termine che varia a seconda che l’erede sia nel possesso dei beni ereditari oppure no.
Nel primo caso, l’erede è tenuto a fare l’inventario entro tre mesi dal giorno dell’apertura della successione o della notizia della devoluta eredità.
Nel secondo caso, l’inventario dovrà essere redatto entro tre mesi dalla dichiarazione di accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario.
Gli Avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini precisano che “questa disposizione è volta ad evitare che, di fronte ad un’eredità passiva o presumibilmente tale, il chiamato sia indotto a rinunciare”.
Proprio in ragione dell’importante della sua importante funzione, l’art. 470, secondo comma, Cod. Civ., prevede che il testatore non possa escludere, limitare, o imporre la facoltà di accettare con beneficio di inventario.
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