La guida in stato d’ebbrezza può colpire chiunque, anche chi non è avvezzo ad azioni criminose. A volte, basta un bicchiere di vino di troppo per la contestazione della guida in stato d’ebbrezza. La guida in stato d’ebbrezza è una fattispecie complessa che, a seconda del tasso alcolemico accertato, può consistere in una sanzione amministrativa o in un reato.
Elevata la contestazione, a carico del trasgressore si possono aprire due procedimenti; uno amministrativo, volto alla sospensione della patente di guida per un tempo stabilito nel provvedimento emesso dal competente Prefetto e l’altro, se il tasso alcolemico rilevato è superiore a 0,8 (g/l), di natura penale.
L’art. 186, comma II, CdS, infatti, prevede tre ipotesi.
Chi guida con tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 (g/l) rischia una sanzione amministrativa compresa tra euro 531 e euro 2.125 e la sospensione della patente di guida da 3 a 6 mesi.
Chi guida con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 (g/l) rischia un’ammenda da euro 800 a euro 3.200, l’arresto fino a sei mesi e la sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno.
Da ultimo, chi guida con tasso alcolemico rilevato superiore a 1,5 (g/l) che rischia un’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000, l’arresto da sei mesi ad un anno e la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da 1 a 2 anni.
In merito al reato di guida in stato di ebbrezza è possibile sostituire/convertire la pena con i lavori di pubblica utilità; ovvero con attività non retribuite a favore della collettività, da svolgersi presso Enti.
Gli avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini segnalano che “convertire la pena con i lavori di pubblica utilità consentirà al condannato di godere di impor tanti benefici di Legge. Il condannato, infatti, otterrà la riduzione alla metà della sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida, la revoca della confisca del veicolo e l’estinzione del reato”.
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