Simonetta Rossi, interior designer, ha trasformato in realtà il sogno di avere uno spazio dove i clienti potessero trovare articoli di design unici. Il suo Designpuntozero, a Busto Arsizio, non è solo un luogo di vendita, ma un punto di incontro dove si progettano spazi e casi, si organizzano eventi, degustazioni e presentazioni, creando un’esperienza che va oltre il semplice acquisto.
Simonetta, com’è nata l’idea di aprire un negozio di articoli di design per la casa a Busto Arsizio?
Da 27 anni faccio l’architetto e ho sempre disegnato arredi e progettato spazi, all’inizio nel settore alberghiero e poi nel residenziale. Col tempo ho iniziato ad ampliare le proposte includendo complementi e accessori: sentivo il desiderio di avere uno spazio dove le persone potessero trovare oggetti di ricerca diversi da quelli che si vedono nei negozi tradizionali. Anche personalmente lo avvertivo: spesso non sapevo cosa regalare, desideravo qualcosa di originale, unico e stimolante per un cliente o per un’amica.
Poi, per una serie di coincidenze, ho ritrovato una conoscente di vecchia data che scherzando mi disse che le sarebbe piaciuto fare il mio lavoro e si è innescata la scintilla. Ho cercato il posto giusto, non è stato facile, e così è nato il concept store che oggi condivido con lei, diventata il mio braccio destro.
All’inizio ho immaginato il concept store come una casa vera, con una cucina, un soggiorno, una zona notte per far sentire chi entra nel mio spazio accolto come se fosse casa sua. La mia impronta è moderna, ma mi piace ascoltare le persone per capire i gusti e le esigenze: quando mi chiedono di fare come piace a me rispondo di no, perché voglio che la casa rifletta la loro personalità.
La mia ricerca è continua, sia nell’arredo che nell’oggettistica, dall’altra parte del mondo. Oggi sto trattando prodotti dall’Australia.
Quali valori e criteri segui quando selezioni i brand e gli oggetti da proporre ai tuoi clienti?
Prima di tutto mi devono emozionare. È la regola che guida ogni scelta. Poi guardo alla serietà delle aziende, perché per me è fondamentale che abbiano attenzione reale alla sostenibilità, al riciclo e all’innovazione tecnologica. Amo le idee capaci di unire bellezza, sostenibilità e avanguardia.
Un esempio? Ho scoperto delle caramelle al vino ma analcoliche che regalano l’esperienza del gusto senza alcol. Un dettaglio curioso, ma che racchiude creatività, ricerca e gusto.
Il tuo spazio è aperto anche agli eventi, ce ne parli?
Non volevo un negozio statico, ma un luogo vivo. Fin dall’inizio ho immaginato uno spazio dove gli oggetti dialogassero con le esperienze, valorizzando i prodotti attraverso incontri trasversali. Così abbiamo organizzato eventi enogastronomici, degustazioni di vini, giornate dedicate ai dolci natalizi, presentazioni di libri e momenti di confronto sul design e l’edilizia.
Mi emoziona vedere le persone che non vengono solo a guardare gli articoli proposti, ma si lasciano coinvolgere da un’atmosfera, da un racconto, da un’esperienza condivisa.
La casa per te non è solo lavoro: che cosa rappresenta a livello personale e affettivo?
Per me la casa è sempre stata un rifugio, il luogo dove sentirmi protetta. Ricordo quando, nel 2000, ho deciso di avere uno mio spazio: desideravo un posto che tenesse il mondo fuori, che mi accogliesse e in cui sentirmi protetta.
Durante il lockdown, appena trasferita nella mia nuova casa, ho provato un enorme senso di gratitudine: era il posto più bello in cui trascorrere quel periodo. Anche nel lavoro questa sensibilità è centrale: capire cosa le persone vogliono vivere nella loro casa è la chiave, perché sono le loro scelte a renderla speciale. Questa attenzione mi ha aiutata negli anni a entrare in sintonia con i clienti.
Se dovessi scegliere un oggetto o un complemento d’arredo che ti rappresenta, quale sarebbe e perché?
Non è facile rispondere, perché mi piace cambiare spesso. Ci sono però due oggetti che porto con me in ogni trasloco: un mobiletto con uno specchio e un tavolo (entrambi classici) che erano delle mie nonne. Sono pezzi legati a persone e ricordi e questo per me conta più del valore estetico.
In generale credo che l’atmosfera di casa sia fatta dalle emozioni che ci abitano dentro più che dagli oggetti. Amo modificare gli spazi, spostare arredi, aggiungere o togliere elementi: sono in continua trasformazione. La cucina resta il centro della mia casa, perché amo cucinare e invitare amici. È lo spazio che più mi rappresenta.
Ma il cuore della mia casa sono i miei due chihuahua, Kevin e Gregory. Proprio per loro è nato il mio brand di articoli per animali che fonde bellezza, funzionalità e benessere. Prodotti di design realizzati da maestranze italiane. Oggi questo progetto si chiama “Doggyl” ed è un e-commerce. Si possono trovare cucce con tessuti naturali e anallergici, materassi ortopedici, ciotole antibatteriche. Non mancano proposte di design.
Qual è la soddisfazione più grande che il tuo lavoro ti ha regalato e che ancora oggi ti emoziona?
La gratitudine delle persone. Spesso mi dicono: “Per fortuna che ti abbiamo trovata”, per me questo è il regalo più bello. Non è solo un grazie per il progetto o per lo spazio, ma per l’attenzione che metto nell’ascoltarli.
In momenti delicati come un trasloco o un cambio di casa, sapere di essere lì a prenderli per mano fa la differenza. Ci sono poi le soddisfazioni professionali: da giovane ho vinto concorsi di progettazione e d’arredo e ricevuto incarichi importanti proprio perché sapevo unire creatività e concretezza.
Sono un architetto un po’ fuori dagli schemi. Mi piace progettare spazi e arredi, ma ho sempre voluto capire come si realizzano davvero le cose e conoscere la parte tecnica che non si vede, anche in cantiere durante le ristrutturazioni o la realizzazione degli impianti. Questa mia curiosità mi ha permesso di acquisire nozioni e tecniche che mi hanno dato i requisiti per gestire progetti complessi già in giovane età, collaborando con ingegneri e tecnici di cantiere. Sono sempre in continua ricerca di stimoli e sfide.

Da 27 anni faccio l’architetto e ho sempre disegnato arredi e progettato spazi, all’inizio nel settore alberghiero e poi nel residenziale. Col tempo ho iniziato ad ampliare le proposte includendo complementi e accessori: sentivo il desiderio di avere uno spazio dove le persone potessero trovare oggetti di ricerca diversi da quelli che si vedono nei negozi tradizionali. Anche personalmente lo avvertivo: spesso non sapevo cosa regalare, desideravo qualcosa di originale, unico e stimolante per un cliente o per un’amica.
Non è facile rispondere, perché mi piace cambiare spesso. Ci sono però due oggetti che porto con me in ogni trasloco: un mobiletto con uno specchio e un tavolo (entrambi classici) che erano delle mie nonne. Sono pezzi legati a persone e ricordi e questo per me conta più del valore estetico.

