La cucina italiana ha conquistato un traguardo storico: è stata ufficialmente iscritta tra i beni non tangibili patrimonio dell’umanità UNESCO. La decisione è stata presa all’unanimità mercoledì 10 dicembre dal Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a Nuova Delhi (India), in un’assemblea che ha valutato 60 dossier provenienti da 56 Paesi. La notizia è stata accolta da un lungo applauso della sala.
La prima cucina al mondo riconosciuta nella sua interezza
Il riconoscimento della cucina italiana è senza precedenti: è la prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Secondo la decisione dell’Unesco, la cucina italiana è una «miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie» e «un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali».
L’atto del cucinare è per gli italiani «un’attività comunitaria che enfatizza l’intimità con il cibo, il rispetto per gli ingredienti e i momenti condivisi attorno alla tavola». La pratica è radicata in ricette anti-spreco e nella trasmissione di sapori, abilità e ricordi attraverso le generazioni, superando barriere interculturali e intergenerazionali.
Inclusione, benessere e record agro-alimentare
L’Unesco ha sottolineato come il cucinare all’italiana favorisca l’inclusione sociale e promuova il benessere, offrendo un canale per l’apprendimento intergenerazionale permanente e rafforzando il senso di appartenenza. Il successo del dossier di candidatura, curato dal giurista Pier Luigi Petrillo, evidenzia il ruolo cruciale di organismi rappresentativi chiave quali la rivista “La Cucina Italiana”, l’Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi. Con questa iscrizione, l’Italia consolida il suo primato a livello globale, detenendo il record mondiale di riconoscimenti nel settore agro-alimentare in proporzione al numero dei riconoscimenti complessivi ottenuti.
Nove tradizioni agro-alimentari nella lista immateriale
Delle 21 tradizioni italiane iscritte nella lista dei patrimoni culturali immateriali, ben 9 sono riconducibili all’agroalimentare. Oltre alla neonata iscrizione della cucina italiana, si contano:
- L’arte dei pizzaiuoli napoletani
- La transumanza
- La costruzione dei muretti a secco in agricoltura
- La coltivazione della vite ad alberello dello zibibbo di Pantelleria
- La dieta mediterranea
- La cava e cerca del tartufo
- Il sistema irriguo tradizionale
- L’allevamento dei cavalli lipizzani
