A distanza di quasi 30 anni senza che sia cambiato nulla, si torna a parlare della fabbrica dismessa ex Pastori Casanova. “Negli scorsi giorni ho ricevuto diverse segnalazioni dai residenti nelle zone limitrofe preoccupati perché è caduto un altro pezzo di tetto, oltre che per la situazione di degrado e abbandono – commenta Giada Turato, Presidente dell’associazione Connetti Monza e Brianza – “L’edificio è pieno di rottami, ogni volta che c’è un temporale forte si deteriora una parte o c’è il rischio che si stacchino delle lamiere, come già era successo qualche anno fa”.
L’idea di Connetti
Si sente spesso parlare di rigenerazione urbana in senso improprio. In un momento storico in cui la provincia di Monza e Brianza è una delle più urbanizzate d’Italia, con un indice di consumo di suolo che supera il 53%, classificandosi come la più cementificata tra le province lombarde e tra le prime in Italia, Monza ha bisogno più che mai di una “rigenerazione” in senso ampio, che vada oltre la semplice riqualificazione edilizia o recupero storico, includendo aspetti di miglioramento ambientale, sociale, ed economico per puntare a rendere la città più sostenibile e vivibile ovvero meno dipendenti dal consumo di suolo e più attente a migliorare la qualità dell’abitare rendendo la città più a misura d’uomo.
Ripartire da quel legame tra cultura e territorio, attraverso una serie di interventi integrati che riguardino non solo l’edilizia, ma anche l’ambiente, l’economia e l’integrazione sociale. Ecco cosa serve per dare una nuova visione di città. L’idea di Connetti è mettere in campo una serie di idee per riqualificare le aree urbane degradate, non solo dal punto di vista fisico ma anche sociale e ambientale. Uno degli esempi da cui partire è la ex Pastori e Casanova, storica industria tessile monzese, che rappresenta una delle perle di Monza. Fondata in vicolo Carrobiolo attorno al 1880 e poi trasferita in via Dante ai primi del 900, divenne famosa in Italia e all’estero per le stoffe jacquard da arredamento. Oggi la fabbrica si trova in via Dante in stato di degrado e abbandono.
L’appello dell’associazione
“In mancanza ancora di una variante al PGT che dia una nuova visione della città, come associazione Connetti chiediamo che il Comune dia risposte ai cittadini preoccupati per le sorti dell’area e condivida quali sono le sue idee per valorizzare l’intera area e/o quartiere, convocando il privato per capire se ha già una proposta di recupero – precisa Turato – L’area va comunque messa subito in sicurezza. L’amministrazione dovrebbe anche esprimersi circa l’intenzione di preservare o meno la facciata della ex fabbrica su via Dante e/o tutti gli altri capannoni in precarie condizioni, affinchè i cittadini possano essere informati prima della loro demolizione, evitando ciò che è già successo con l’ex carcere di Via Mentana”.
