Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime sconcerto e profonda preoccupazione per il grave episodio avvenuto a Busto Arsizio nella serata del 31 agosto, in cui una coppia è stata vittima di un’aggressione immotivata da parte di tre giovanissimi.
Tali condotte, caratterizzate dall’uso di spray urticante e da violenza gratuita, configurano non soltanto una lesione dei diritti fondamentali delle persone coinvolte, ma rappresentano altresì un vulnus alla sicurezza collettiva e al principio di convivenza civile tutelato dall’ordinamento.
È indispensabile leggere questi episodi in una prospettiva sociologica: la violenza giovanile non può essere interpretata come mera devianza individuale, bensì come segnale di un deficit educativo e di una fragilità sociale che interroga l’intera comunità.
Le piazze non devono trasformarsi in spazi di sopraffazione, ma rimanere luoghi pubblici di aggregazione, accessibili e sicuri per tutti. Il diritto alla libera circolazione e alla dignità personale sono diritti inviolabili che lo Stato ha il dovere di garantire.
“Il fenomeno delle cosiddette baby gang rivela l’urgenza di un approccio sistemico: alla repressione non può non accompagnarsi un’azione preventiva, fondata sull’educazione alla legalità, alla responsabilità e al rispetto dell’altro.
In questo quadro, la scuola assume un ruolo strategico quale presidio educativo e giuridico-culturale. È necessario implementare, in ogni istituto, percorsi strutturati e permanenti di educazione alla legalità, intesa come interiorizzazione delle regole, rispetto dei diritti fondamentali e consapevolezza dei doveri civici.
Il CNDDU sottolinea che non si tratta di interventi occasionali o episodici, bensì di un investimento sistematico e continuativo, che deve diventare parte integrante dei curricoli formativi. L’educazione alla legalità non è un accessorio, ma un pilastro imprescindibile per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e responsabile.
Occorre inoltre valorizzare la dimensione comunitaria: famiglia, scuola, istituzioni locali e associazionismo devono costituire un’alleanza educativa per contrastare fenomeni di marginalità e prevenire comportamenti antisociali.
Il CNDDU richiama con forza la necessità di politiche pubbliche capaci di coniugare sicurezza e inclusione, repressione e prevenzione, in un equilibrio che riconosca il valore della dignità umana e della coesione sociale.
Alle vittime di questo episodio va la nostra solidarietà; alla comunità di Busto Arsizio l’incoraggiamento a trasformare la paura in energia civile, riaffermando che la cultura della legalità è l’unico strumento realmente in grado di garantire libertà e sicurezza per tutti”.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU
