Le sfere di bronzo che, scomponendosi, si ‘rompono’ e si aprono davanti allo spettatore, che viene così invitato e introdotto alla ricerca e alla scoperta del meccanismo interno, sono forse il simbolo più iconico della grande produzione artistica di Arnaldo Pomodoro, artista eccezionale e visionario, capace di interpretare e spesso anticipare il cambiamento dei tempi. Le sue sfere, apparentemente così perfette fuori ma che nascondono all’interno la loro complessità e fragilità interiore, se paragonate alla sfera terrestre, simboleggiano inevitabilmente il difficile momento internazionale che stiamo vivendo. Romagnolo di origine, Arnaldo Pomodoro può essere comunque definito un ‘gran lombardo’ perché è a Milano dove si è affermato e perché dei lombardi ne ha tutti i tratti caratteristici: la passione per il lavoro, la capacità di essere innovatore, l’amore per la bellezza, l’energia creativa e la concretezza.
Federico Romani, presidente del Consiglio regionale della Lombardia
Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani, ha voluto ricordare Arnaldo Pomodoro, scomparso all’età di 99 anni, sottolineandone la grandezza artistica e il legame profondo con la Lombardia.
Nato a Morciano di Romagna nel 1926, Pomodoro ha vissuto a lungo a Milano, dove ha sviluppato la parte più significativa della sua carriera. Le sue celebri sculture in bronzo, spesso di grandi dimensioni, sono oggi visibili in tutto il mondo: da New York a Città del Vaticano, da Los Angeles a Seoul.
Nel 1995 ha fondato la Fondazione Arnaldo Pomodoro, istituzione diventata nel tempo un punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea.
