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RhoTerritorio

Performance delle scuole di Rho in memoria dei giudici Falcone e Borsellino

Nell'anniversario della strage di Capaci, memoria al Parco della Legalità

23 Maggio 2025
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Dialoghi, canzoni, poesie. Gli studenti di alcune scuole cittadine si sono radunati con l’Amministrazione comunale e le forze dell’ordine al Parco della Legalità di via San Bernardo per commemorare le vittime delle stragi di mafia e celebrare la Giornata nazionale della Legalità. Erano presenti il Sindaco Andrea Orlandi, l’assessore alla Legalità Nicola Violante, la presidente della Commissione legalità e antimafia Clelia La Palomenta, il consigliere comunale Vito Galliani, insieme con il maggiore dei Carabinieri Daniela Nuzzo, il luogotenente Luigi Pino, il capitano della Guardia di Finanza Maria Francesca Lattarulo, il comandante della Polizia locale Antonino Frisone.

L’assessore Nicola Violante ha ricordato che l’evento si inserisce nel Tempo della Legalità costruito dall’Amministrazione comunale insieme con le scuole. Un programma che prevede anche la mostra in corso a Villa Burba fino al 25 maggio, con i lavori realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ha ringraziato i docenti e i ragazzi per il loro impegno ricordando l’importanza di fare memoria per costruire una cultura di legalità.

Clelia La Palomenta ha chiamato a raccolta le scuole presenti, precisando che ogni albero del parco ricorda vittime della criminalità organizzata. Quaranta alunni della primaria Deledda proprio questa mattina hanno donato alcuni cartoncini colorati con le loro scritte, perché fossero appesi alle piante del parco. Lo hanno fatto incontrando Giovanni e Francesca Gabriele, genitori di Domenico, detto Dodò, vittima innocente della ‘ndrangheta in un agguato avvenuto la sera del 25 giugno 2009 a Crotone. Dodò venne ucciso mentre giocava a pallone. Aveva solo undici anni.

Giovanni Gabriele ha ricordato uno per uno gli agenti della scorta di Falcone: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, oltre alla moglie del magistrato, Francesca Morvillo. Quindi ha aggiunto: “E’ giusto ricordarli per nome e cognome, tutti quanti. Ogni anno il 23 maggio e il 19 luglio, anniversario della strage di via D’Amelio, mi ritengo fortunato, perché la strage di Crotone è l’unica di cui si è conosciuta la verità e si è avuta giustizia, perché ancora in Italia le stragi non hanno verità”. Quindi ha chiesto un applauso in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia.

La cerimonia, apertasi con l’Inno nazionale e presentata da Angela Grassi, ha coinvolto alcune scuole rhodensi. La secondaria di primo grado Tommaso Grossi   ha coinvolto le classi terze A, B, C, D, preparata dalle docenti Roberta Di Rocco e Antonietta Pierro. I ragazzi hanno ricordato Paolo Borsellino e Giovanni Falcone; due studenti hanno immaginato un dialogo tra i due magistrati, che si conoscevano fin da ragazzi. Quindi, tre ragazze hanno letto testimonianze del magistrato Francesca Morvillo Falcone, di Rosaria Schifani, vedova di Vito, e di Emanuela Loi, prima agente donna di scorta a soggetti a rischio, prima agente donna vittima di una strage di mafia. Infine, una studentessa  ha letto una lettera  dedicata a Padre Pino Puglisi.

“Avevamo tanti amici – dicevano le voci dei due giudici – Come avremmo potuto immaginare che tra i nostri compagni di giochi alcuni sarebbero diventati i nostri nemici? Siamo cresciuti con l’idea che il bene dovesse vincere sempre, abbiamo scelto da che parte stare. Siamo rimasti amici per la pelle sempre. Quando siamo diventati magistrati, non mancavano gli scherzi tra noi. Abbiamo capito che i tentacoli della piovra si possono spezzare solo lavorando insieme. E lo sapeva anche il nostro capo Antonino Caponnetto. Il maxiprocesso del 1992, che vittoria per la giustizia! Quante volte hai avuto paura? Tante, ma importante è non farsi condizionare, saperci convivere. La mafia non dimentica, lo sapevamo entrambi: la morte era dietro l’angolo. La paura non deve prevalere sul dovere, anche se sapevamo che ogni giorno poteva essere l’ultimo”. Nelle parole di don Puglisi l’invito a “non restare in silenzio davanti al male”.

La scuola Manzoni ha messo in campo la classe 1B che ha cantato “Camminano le idee” di Ilenia Navarra, accompagnata alla chitarra dal professor Giovanni Balsamo. Il testo è stato donato al Sindaco Andrea Orlandi. Dice che non si trattava di eroi, ma di persone come noi. Questo il ritornello: “Le idee che sono nate non le puoi certo fermare – Non le uccidi in due giornate ma le vedi camminare – A testa alta sempre forti non si arrendono lo sai – E se loro sono morti le idee non moriranno mai”.

La secondaria di primo grado di via Terrazzano ha fatto salire sul palco studenti della 2D preparati dal professor Calogero La Rocca e accompagnati dalla professoressa  Marica Borinelli. E’ stato proposto un dialogo immaginario tra Totò Riina e Bernardo Provenzano, con cui interagivano vittime innocenti di mafia e Padre Pino Puglisi. Il dialogo parte dalle radici agricole della mafia, con i “gabellotti”. Si sofferma sulla paura di denunciare, sull’omertà e ricorda che “le parole sono pericolose, perché dietro ci sono i pensieri”. Per questo Provenzano dice a Riina che “per la mafia è meglio se i ragazzi non studiano e non capiscono”. Le vittime sono viste dai mafiosi solo come “effetti collaterali”, ma padre Puglisi, dal “cielo dei giusti” rivela che hanno piena dignità e memoria.

Infine, la scuola Bonecchi  ha proposto con la 2F e due docenti alla chitarra (i professori Carlo Putignano e Alessandro Baldi) la canzone “Pensa” di Fabrizio Moro. Al termine è stata deposta una ciotola di fiori davanti all’albero che ricorda i giudici Falcone e Borsellino insieme con Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e con le altre vittime di via D’Amelio: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.

 

Il Sindaco Andrea Orlandi ha ringraziato la famiglia Gabriele per la sua presenza. E ha ricordato l’importanza dello studio, richiamata in alcuni testi: accendere il cervello – ha sottolineato – è la cosa più importante, perché serve a utilizzare occhi e orecchie per capire cosa accada intorno a noi, a far passare quanto osservato o ascoltato da mente e cuore, per capire se sia bene o male, a raccontare alle figure di riferimento che abbiamo. Per restare attenti e vigilare sulla legalità.

Un grazie particolare a Gerry Gentile che ha garantito la diretta dell’evento e messo a disposizione casse e microfoni.

 

Nella foto tutti i presenti al Parco della legalità dopo la posa dei fiori all’albero che ricorda i giudici Falcone, Morvillo e Borsellino e gli agenti delle scorte.  

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