Un cocktail che parla di Melegnano, della sua storia e del suo gusto più autentico: è quello con cui Alessandro Cremascoli ha vinto il concorso “Aperitivo del Perdono”. Il barman del Barbarossa ha saputo reinterpretare con creatività l’Elixir del Perdono in una ricetta raffinata e originale. Il titolare Mosè Cugnach racconta l’orgoglio per questo traguardo e l’impegno quotidiano per offrire ai clienti qualità, professionalità e un’accoglienza sempre all’altezza delle aspettative.
Alessandro, come nasce il cocktail “Elisir” con cui hai vinto?
È stato un lavoro di squadra e di pazienza. Abbiamo fatto diverse prove, cercando di costruire un gusto che fosse equilibrato, originale e rappresentativo del territorio. L’idea è partita da un ingrediente storico: l’Elixir del Perdono. Ci è sembrato naturale partire da lì, valorizzare questo prodotto locale e proporre un mix che raccontasse la storia di Melegnano con un tocco moderno. Abbiamo bilanciato gli aromi, limato le sfumature, assaggiato e riassaggiato finché non abbiamo trovato la combinazione giusta. E quando l’abbiamo trovata, l’abbiamo sentita subito “nostra”.
Cosa pensi abbia fatto la differenza nella competizione?
Credo che sia stato il racconto del territorio. Abbiamo scelto di puntare su un ingrediente simbolico, e questo è stato molto apprezzato. Ma penso che a colpire sia stato anche il modo in cui lo abbiamo proposto. Quando creo un cocktail, non penso solo al gusto: voglio che susciti emozioni, che stimoli i sensi, anche quelli più nascosti. Deve avere una storia, un perché. Con questo drink ho cercato un equilibrio tra l’amaro e il fresco, qualcosa che facesse venire voglia di un secondo sorso. E penso che la giuria abbia percepito tutto questo: la ricerca, l’equilibrio, ma anche la passione e la professionalità.
Com’è cominciata la tua passione per la mixology?
Ho frequentato l’alberghiero perché mi piaceva stare a contatto con le persone. Dopo il diploma dovevo scegliere tra sala e bar e ho optato per il bancone: mi affascinava di più, mi sembrava un ambiente dove poter essere me stesso. Da più di 25 anni sono al Barbarossa, che ormai è la mia seconda casa. Quello che amo di questo lavoro è la possibilità di sperimentare, di scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo. E poi il contatto umano, il rapporto con i clienti: dare loro un servizio curato, attento, con il sorriso. È qualcosa che, secondo me, fa davvero la differenza.
Mosè Cugnach sei il titolare del Barbarossa: cosa significa per voi questa vittoria?
La Fiera del Perdono è un momento simbolico per Melegnano, e partecipare – e vincere – a questo concorso ha un valore importante. Partecipare a un concorso legato a questa tradizione e vincerlo è un riconoscimento importante, non solo per Alessandro, ma per tutto il lavoro che facciamo ogni giorno. Abbiamo una storia di partecipazioni: nel 2015 abbiamo vinto, poi in anni successivi siamo arrivati secondi e terzi. Questa nuova vittoria ci conferma che siamo sulla strada giusta, che la qualità e l’impegno vengono riconosciuti. È come ricevere un “grazie” da parte della città.
Com’è nato il Barbarossa e qual è la sua identità?
Il nome è legato alla storia della città, perché Federico Barbarossa è passato da qui. Il locale è nato in una via un po’ particolare: in centro, ma chiusa al traffico. All’inizio sembrava un limite, invece si è rivelata una grande opportunità. Le persone possono fermarsi all’esterno, chiacchierare, gustare un drink con calma. Ho rilevato il locale 26 anni fa e da allora abbiamo sempre lavorato per creare una squadra affiatata, con voglia di crescere. Credo molto nel valore del gruppo.
Come valorizzate la creatività dei vostri collaboratori?
La creatività nasce prima di tutto dalla passione. Quando una persona entra nel nostro team, cerchiamo di trasmettere tutto ciò che sappiamo, di condividere l’esperienza. Con Alessandro – più conosciuto con il soprannome Alino – abbiamo costruito un percorso lungo: lui è paziente, attento e ha una grande capacità di formare chi lavora con lui. Proponiamo prodotti ricercati, facciamo una selezione accurata e chiediamo al nostro staff di proporli con intelligenza, di raccontarli. Non si tratta solo di tecnica: un buon barman è anche un narratore, qualcuno che accompagna il cliente nella scelta, che fa scoprire sapori nuovi.
Partecipare a eventi e concorsi contribuisce alla crescita del locale e alla fidelizzazione della clientela?
Assolutamente sì. Questi eventi sono occasioni per uscire dal quotidiano, confrontarsi, imparare. Ti mettono alla prova, ti stimolano a migliorare. E poi sono una vetrina importante: ti permettono di mostrare il lavoro che c’è dietro ogni drink, la ricerca, la professionalità. Vincere è bello, certo, ma anche solo partecipare ti dà energia, voglia di andare avanti, di non accontentarti mai. E la clientela lo percepisce.
Come hanno reagito i clienti alla vittoria?
Ci sono stati tanti complimenti, sia dai clienti abituali sia da chi ci segue sui social. Qualcuno ha detto “finalmente”, altri “ce lo aspettavamo”: è bello vedere che la gente ci tiene. C’è stato subito chi è venuto ad assaggiare il cocktail, e questo per noi è il miglior riconoscimento. In un periodo non facile per i locali, far vedere la professionalità e il lavoro che c’è dietro ogni drink è fondamentale. E noi siamo felici di averlo fatto nel modo giusto.

È stato un lavoro di squadra e di pazienza. Abbiamo fatto diverse prove, cercando di costruire un gusto che fosse equilibrato, originale e rappresentativo del territorio. L’idea è partita da un ingrediente storico: l’Elixir del Perdono. Ci è sembrato naturale partire da lì, valorizzare questo prodotto locale e proporre un mix che raccontasse la storia di Melegnano con un tocco moderno. Abbiamo bilanciato gli aromi, limato le sfumature, assaggiato e riassaggiato finché non abbiamo trovato la combinazione giusta. E quando l’abbiamo trovata, l’abbiamo sentita subito “nostra”.

Ci sono stati tanti complimenti, sia dai clienti abituali sia da chi ci segue sui social. Qualcuno ha detto “finalmente”, altri “ce lo aspettavamo”: è bello vedere che la gente ci tiene. C’è stato subito chi è venuto ad assaggiare il cocktail, e questo per noi è il miglior riconoscimento. In un periodo non facile per i locali, far vedere la professionalità e il lavoro che c’è dietro ogni drink è fondamentale. E noi siamo felici di averlo fatto nel modo giusto.