Sabato 8 febbraio alle 17.30, nelle Sale delle Colonne e del Filatoio di Villa Burba (corso Europa 291), verrà inaugurata la mostra “Assemblage – Luoghi del pensiero, spazi dell’anima”, un’antologica dedicata all’artista Marco Volpati. L’esposizione, organizzata dal Comune di Rho in collaborazione con l’Associazione culturale “GPC Arte”, sarà visitabile fino a domenica 23 febbraio.
Un percorso tra materiali di recupero e creatività
Curata da Cristina Palmieri, la mostra presenta una selezione di opere realizzate dagli anni Ottanta a oggi, evidenziando il percorso creativo di Volpati, artista che ha sempre tratto ispirazione dall’attitudine al recupero di materiali e oggetti di scarto. La sua tecnica si basa su un processo di accostamento, accumulazione e composizione, in cui l’intuizione, la casualità e la progettualità si intrecciano per dare vita a opere in bilico tra poesia e sperimentazione.
L’artista e il suo linguaggio espressivo
Diplomatosi nel 1966 alla “Scuola degli artefici” dell’Accademia di Brera, Marco Volpati ha lavorato come art director per Garzanti e De Agostini, portando avanti parallelamente la sua ricerca artistica.
Nel suo studio di Porta Ticinese, nel cuore della vecchia Milano, ha realizzato assemblaggi in cui gli oggetti più disparati, recuperati in discariche, tipografie, mercatini o spiagge, vengono trasformati fino a perdere la loro connotazione originaria. Il risultato è una nuova invenzione visiva, sospesa tra gioco e denuncia, in cui ogni elemento racconta una storia e acquisisce una nuova identità.
Un’esposizione tra poesia e sperimentazione
La mostra rappresenta un’occasione unica per immergersi nel mondo creativo di Volpati, un artista che ha saputo dare nuova vita a materiali dimenticati, trasformandoli in opere capaci di stimolare riflessioni profonde.
L’ingresso all’esposizione è libero. Per maggiori informazioni, è possibile contattare il Comune di Rho o l’Associazione culturale “GPC Arte”.
“In questi “luoghi del pensiero” o “spazi dell’anima”, costruiti per lo più a partire dall’unione di legni di vario genere, sempre recuperati, riscattati e riutilizzati, l’artista ha universalizzato il rifiuto. Le cose gettate, rotte, erose, usate, le cose male amate, i pezzi di bambole e bambolotti, gli stracci recuperati in tipografia intrisi di inchiostro, specchi, corde, ferri arrugginiti, gabbiette, affiorano su queste superfici lignee come cristallizzazioni che raccontano un mondo quotidiano sospeso tra inquietudine e divertissement, reinventati nel loro potere significante, talvolta come puri elementi decorativi, altre volte come simboli di un proprio universo onirico. L’anima di questi oggetti riesce così a rinnovarsi in tali quadri oggetto, attraverso un gioco dell’assurdo che volutamente certifica il tempo che fu e che non fu, ma può ancora essere. La distruzione, l’abbandono, l’insensatezza di tali materiali reietti è debellata dalla forza eternatrice dell’arte, dal suo potere trasfigurativo”.
Cristina Palmieri“Le sale di Villa Burba accolgono di volta in volta artisti con caratteristiche particolari e originali. L’esperienza artistica di Marco Volpati incuriosisce per la capacità di scorgere vita nuova negli oggetti, di utilizzare materiali semplici della vita quotidiana e di trasformarli in strumenti di pensiero e di sogno. Spero che tanti possano raggiungere Villa Burba, sempre più centro di cultura, per apprezzare gli assemblage”.
Valentina Giro, assessora alla Cultura
La mostra sarà aperta al pubblico ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00, fino al 23 febbraio.
