Domenica 6 ottobre, nella frazione di Mazzo, il Comune di Rho ha commemorato i partigiani Enzo Balzarotti e Candido Grassi a 80 anni dalla loro morte per mano nazifascista. Un momento solenne che ha visto la partecipazione di autorità locali, associazioni e cittadini, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria della lotta per la libertà.
Un tributo ai partigiani di Mazzo
Durante la cerimonia, sono stati ricordati non solo Balzarotti e Grassi, ma anche altri partigiani mazzesi, tra cui Pietro Grassi, Giuseppe Macchi, Enrico Masina e Ambrogio Sartirana. Garofani rossi sono stati deposti sulle loro tombe dai familiari, un simbolo del rispetto e della gratitudine per il loro sacrificio.
Il sacrificio di Balzarotti e Grassi
Enzo Balzarotti e Candido Grassi, giovani di Rho, furono tra i primi a unirsi alle formazioni partigiane locali per combattere il regime nazifascista. Balzarotti morì in combattimento il 5 settembre 1944 vicino a Broni, mentre Grassi fu catturato e ucciso brutalmente il 10 settembre 1944 a Rivazza di Montebello.
Un momento di riflessione collettiva
L’Amministrazione comunale di Rho, insieme alla sezione A.N.P.I. di Rho, ha organizzato la cerimonia commemorativa. Il sindaco Andrea Orlandi, insieme con il presidente dell’A.N.P.I. Mario Anzani e alle autorità presenti, ha sottolineato il valore del sacrificio di Balzarotti e Grassi. Un ricordo toccante è stato offerto da Vincenzo Perfetti, 97 anni, uno degli ultimi testimoni viventi di quei giorni.
La partecipazione delle istituzioni
Tra i partecipanti alla commemorazione, il presidente del consiglio comunale Calogero Mancarella, l’assessore Emiliana Brognoli, e i consiglieri comunali Clelia La Palomenta e Vito Galliani. Il Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale ha accompagnato il corteo fino al cimitero di Mazzo, dove il tenente della Guardia di Finanza Lorenzo Braglia ha pronunciato l’omaggio ai caduti. Tiziana Pesce, visibilmente commossa, ha ricordato come suo padre abbia descritto la forza della resistenza sul nostro territorio soprattutto nel suo primo libro “Soldati senza uniforme” oltre che in “Senza tregua”.
Il presidente A.N.P.I. Rho Mario Anzani ha ricordato lo stretto legame dei due giovani, caduti a 32 e 28 anni, con la comunità mazzese e con l’allora parroco don Pietro Fumagalli: «Hanno avvertito la brutalità e la disumanità insite nel ventennio di dittatura fascista, nella guerra sciaguratamente dichiarata da Mussolini che stava portando l’Italia al disastro, nell’occupazione nazista del nostro Paese. Hanno amato la loro patria e non hanno esitato a combattere per riscattarla dal discredito e dall’ignominia. Per dare a essa un saldo assetto democratico e per riconquistarla alla libertà».
Nella Seconda Guerra Mondiale si toccò il fondo dell’abisso: la barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana per la volontà di dominio, di sopraffazione nazionalista, la supremazia basata sul razzismo. Ma Enzo e Candido hanno fatto la loro scelta, hanno deciso da che parte stare. Anche grazie a loro possiamo affermare che la nostra Repubblica è sorta dalla Resistenza e la nostra Costituzione si è basata sugli stessi principi del loro impegno. Siamo qui per ricordare, ma la memoria comporta assumersi delle responsabilità e delle azioni. Non essere né ciechi, né addormentati, né immemori. Anche noi dobbiamo fare la nostra scelta e decidere da che parte stare: vivere sviluppando il senso della comunità, i sentimenti della solidarietà, della pace, della democrazia, dell’accoglienza per contrapporli all’indifferenza e alla rassegnazione di fronte alla violenza e ai conflitti bellici sempre più numerosi e intensi, dove il diritto umanitario internazionale non trova applicazione. Dobbiamo trasformare questi momenti commemorativi in una forza generatrice ben consapevoli che il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, non appartengono al passato, ma sono purtroppo attuali.
Andrea Orlandi, sindaco di Rho
