Il corteo per la festa patronale di Sant’Alessandro è partito per la prima volta da piazza Puccini fino a piazza Della Chiesa, composto Sindaco, istituzioni, parroci, associazioni, comitati di quartiere, accompagnato dalla banda musicale di Opera.
Lì, la cittadinanza ha assistito al discorso del sindaco, al saluto di ringraziamento a don Bernardo e a don Giovanni che lasciano le parrocchie, al saluto di benvenuto a don Mario, don Luigi e don Mattia che entrano a far parte della comunità.
A seguire la SS Messa, e poi il pranzo comunitario.
Benvenuti a tutti e buona festa di Sant’Alessandro. Voglio ringraziare prima di tutto la banda musicale di Opera e il gruppo della Comunità pastorale l’annunciazione, le associazioni Magna Grecia e Pieve Insieme e i Comitati di quartiere che hanno partecipato all’organizzazione della festa, Carabinieri, Polizia locale, Protezione civile, ANC, Api, Croce Rossa i miei assessori, i consiglieri comunali e regionali presenti e l’ufficio cultura Oggi abbiamo iniziato questa mattina di celebrazioni solenni con una bella novità: solitamente partiamo dal Comune per venire qui in piazza della Chiesa, ma questa volta ci siamo spinti fino in piazza Puccini, altro centro nevralgico di Pieve Emanuele: lo abbiamo fatto per stimolare uno spirito di aggregazione intorno a questa festa patronale, lo abbiamo fatto per dare il messaggio che Pieve Emanuele è una comunità unita e questa non è la festa di un solo quartiere, ma di tutto il paese. È da quando sono diventato Sindaco che cerco con la mia giunta di veicolare questo messaggio: siamo una cosa sola e questo concetto lo vogliamo ribadire in tutte le nostre azioni, anche semplicemente organizzando un Palio dei Quartieri. Lo abbiamo intitolato “la sfida che unisce” perché nel rispetto della storia e delle identità di ogni rione, abbiamo creato dei momenti in cui ci si incontra e ci si conosce, con l’obiettivo che finito il gioco ci si possa sentire più affezionati al proprio territorio, si sia più disposti a mettersi a disposizione del paese per migliorare le cose, si stimoli un confronto e una discussione all’interno dei quartieri e fra i diversi quartieri. Confronto e discussione che sono la chiave per crescere, insieme. Ma il Corteo è solo una delle novità di questa festa patronale: la festa di quest’anno è una festa dal sapore dolce amaro, fatta di saluti, di addii ma anche di calorosi benvenuti. Credo sia doveroso iniziare prima di tutto dal ricordo, davvero sentito, di Umberto Castelli, che ci ha lasciato quest’estate: Umberto è stato un uomo dal cuore generoso che si è fin da giovane speso per la nostra comunità a servizio dei più deboli e dei più fragili. Sempre disponibile ad ascoltare tutti con il sorriso, chiunque abbia avuto modo di incontrarlo non può che portare con sé il ricordo di una persona che ha saputo essere con semplicità e discrezione un punto di riferimento importante per la nostra comunità. Lo scorso 25 aprile abbiamo voluto riconoscergli con orgoglio la benemerenza civica più importante del nostro Comune il Premio Gemelli, perché Umberto rappresenta un esempio di impegno e solidarietà verso il prossimo. Caro Umberto, grazie per quello che hai fatto per Pieve Emanuele, non ti dimenticheremo. Oggi salutiamo, invece in tutt’altro modo, due pilastri della Pieve Emanuele degli ultimi anni: Don Bernardo e Don Giovanni. Nella complessità del mondo di oggi lavorare in prima linea come avete fatto voi non è mai facile quindi vi ringraziamo per il supporto che avete fornito specialmente ai nostri cittadini più fragili. In particolare, ringrazio Don Bernardo che ha guidato questa comunità per tanti anni ed ha collaborato con l’amministrazione comunale in tanti momenti, anche quelli più difficili. Grazie davvero e i migliori auguri per il vostro futuro, speriamo porterete Pieve Emanuele sempre nel cuore. Infine anche se domenica prossima lo faremo ufficialmente, un sentito benvenuto
nella nostra comunità va a Don Mario Maggioni e a Don Luigi e a Don Mattia: sono certo che troveremo la nostra via per confrontarci e lavorare insieme a quello che credo sia un obiettivo comune: ovvero costruire una comunità sana, solidale, inclusiva e fondata su sani valori. Ecco come vedete, oggi la nostra comunità affronta un passaggio importante, un delicato momento di cambiamento: Umberto è volato via, due persone su cui abbiamo fatto affidamento fino ad oggi sono in partenza e ne arrivano tre nuove, cose normali che accadono nella vita di tutti i giorni e che ci obbligano certamente a passare attraverso un periodo di assestamento, ci dovremo conoscere, dovremo capire il modo di comunicare dell’altro, i suoi obiettivi e le sue priorità, cosa gli piace e cosa meno. Sarà un processo che richiederà del tempo, ma sarà un percorso normale e allo stesso tempo necessario. Il cambiamento fa parte della nostra vita a tutti i livelli, quando usciamo dalla nostra zona di comfort per affrontare una novità, mettiamo in preventivo che il confronto con nuove situazioni o interlocutori ci mettano a disagio, ma siamo pronti a metterci
in gioco perché sappiamo che oltre quelle difficoltà si trova la porta di accesso ad un nuovo obiettivo, alla crescita, al miglioramento. Bisogna però stare attenti nei momenti di cambiamento perché se alzo lo sguardo vedo un mondo che è cambiato in peggio, un mondo in sofferenza, un mondo che in alcuni casi nella sua frenetica crescita non ha saputo conservare quei valori di solidarietà e altruismo propri dell’essere umano per lasciare spazio all’egoismo e al personalismo, un mondo in guerra dove l’odio e gli interessi prevalgono sulla civile convivenza dei popoli e purtroppo non si ha la forza di trovare soluzioni di Pace. Un mondo che ha creato nuovi poveri anche nel nostro paese, io come Sindaco ne incontro tanti ma non sempre sono nelle condizioni di dare risposte o soluzioni adeguate e questo mi rattrista molto. Pieve Emanuele però in questo momento è in pieno fermento e ha iniziato questo percorso di cambiamento da qualche anno: non solo la guida della chiesa ora sta cambiando, ma dopo dieci anni nel 2022 anche il Sindaco è cambiato e a tutti i livelli si respira oggi novità, entusiasmo e rinnovamento. Il nostro territorio sembra essere stravolto da una serie interminabili di lavori, scavi, abbattimenti, chiusure…siamo
stati bravissimi a cogliere le opportunità che venivano dai fondi del PNRR e meno male perché oggi abbiamo un piccolo tesoretto con il quale provare a cambiare in meglio il nostro paese. Lo so bene che a volte bisogna affrontare qualche disagio, ma noi abbiamo le idee chiare e sappiamo bene in quale direzione vogliamo andare, dovete darci solo il giusto tempo, perché le cose si fanno una alla volta, senza fretta e senza farsi prendere dalla frenesia, ci vuole fiducia nei confronti di chi con tanto impegno e passione cerca di migliorare ogni giorno il nostro paese, inoltre dobbiamo imparare a guardare al futuro con ottimismo e con una visione complessiva tenendo conto delle priorità , senza guardare l’erba del vicino o il marciapiede sotto casa propria . Questo è il nostro momento di cambiamento, quel periodo in cui dobbiamo pazientare in attesa di vedere i frutti di tanto lavoro, dobbiamo immaginare questo paese tra qualche anno quando tutti i lavori saranno finiti, stiamo costruendo un paese migliore ne sono certo, più sostenibile, più moderno, più vicino al cittadino, più solidale ed inclusivo e soprattutto più unito. Vedete c’è sempre un motivo e un obiettivo dietro un progetto, un nuovo parco come quello della Pace che a fine lavori sarà bellissimo, un polmone verde accogliente tutto da vivere; il Progetto Spugna che riqualifica le aree parcheggio e riduce gli allagamenti in caso di piogge abbondanti. L’ abbattimento della scuola King, per restituire ai nostri bambini entro 3 anni una scuola tutta nuova, funzionale ed energeticamente sostenibile. Anche quando facciamo scelte dolorose come la chiusura della scuola Don Zeno lo facciamo con ragioni ben precise, dobbiamo fare dei lavori di riqualificazione della struttura per renderla più funzionale, ma il calo demografico e delle iscrizioni ci impone anche di preoccuparci responsabilmente di ottimizzare le risorse fisiche ed economiche a nostra disposizione come si fa nelle migliori famiglie, la scuola Rodari che accoglie i bimbi e il personale della Don Zeno oggi è una scuola bellissima, grande e accogliente, mentre lo spazio lasciato in Don Zeno potrebbe anche risorgere a nuova vita, ad esempio con nuovi spazi da destinare ai giovani di Pieve Emanuele che ne hanno tanto bisogno, questo vuol dire avere una visione futura, cambiare per migliorare. E poi: le tante ciclabili, la piazza Curiel a Fizzonasco completamente cambiata, i nuovi campi di basket e calcetto di via delle Rose, la nuova stazione con un treno ogni 15 minuti, insomma tanta di quella carne al fuoco da far tremare i polsi, ma noi siamo sul pezzo e ho una squadra straordinaria che mi sta aiutando a realizzare il disegno, è solo una questione di tempo il cambiamento è in corso ed è irreversibile. Il cambiamento passa anche attraverso tante iniziative, culturali o sociali, progettualità di vario tipo che stiamo sviluppando per sostenere, valorizzare e rilanciare il nostro paese. Iniziative che vogliono cambiare l’approccio al paese e la sua vita di tutti i giorni, creare quel senso di appartenenza e tradizione che un po’ ci manca. Però i cittadini devono supportarci e partecipare, il covid è finito da un pezzo e anche se ci ha segnato non poco, bisogna viverlo questo paese, bisogna presidiarlo, bisogna uscire dalle nostre case e creare movimento. Questo è un periodo troppo importante in cui siamo chiamati a fare scelte coraggiose e responsabili se vogliamo crescere e migliorarci, bisogna avere una visione del futuro chiara mettendo da parte gli interessi dei singoli a favore degli interessi dell’intera collettività. Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento e non subirlo passivamente in attesa che le cose si compiano, è il momento di agire e rimboccarsi le maniche, senza polemiche inutili che ci fanno solo perdere del gran tempo. Diamoci forza tutti insieme per affrontare i disagi che lungo il cammino possiamo incontrare, l’importante è aver imboccato la strada giusta e avere ben chiaro dove si vuole andare, sono sicuro che questa strada di cambiamento ci condurrà dritti verso una Pieve migliore.
Pierluigi Costanzo, sindaco di Pieve Emanuele
