Ad un anno e due mesi dalla sua fondazione ed in occasione del Consiglio comunale del 23 Luglio 2024, in relazione agli attuali problemi del quartiere Rondò Torretta di Sesto San Giovanni, il Comitato Cittadini Quartiere Rondò Torretta, esprime la sua posizione e ribadisce le sue proposte, in una nota che pubblichiamo di seguito.
“Il comitato dei cittadini del quartiere Rondò Torretta ricomprende e raccoglie l’adesione di residenti, domiciliati, attività commerciali e imprenditoriali del territorio.
Sorto spontaneamente da un anno per iniziativa dei cittadini, ha raccolto centinaia di firme sia in formato digitale (tramite Change.org) che di persone, per sostenere una petizione inerente il degrado emergente nei luoghi pubblici del nostro quartiere.
Siamo un comitato civico nel senso migliore del termine, apolitico e apartitico, il cui unico scopo è rappresentare le necessità concrete e reali dei cittadini e del quartiere che esso rappresenta , collaborando alla risoluzione degli stessi oltre che alla loro segnalazione, attraverso un azione di proposta, stimolo, di vigilanza e di compartecipazione con le istituzioni e la politica.
Il comitato non alimenta toni polemici o guerre circa la responsabilità dei problemi , perché le polemiche creano una cristallizzazione del dibattito e dei tentativi di risoluzione degli stessi, assorbendo energie e distraendole dall’azione concreta volta alla risoluzione delle esigenze concrete del territorio.
Siamo nati attraverso una lenta ma progressiva aggregazione dei cittadini del quartiere, tra maggio e Ottobre 2023, data in cui ci siamo costituiti nell’attuale forma.
Un comitato che attraverso la sua azione di stimolo e proposta ha fin qui ottenuto come primo risultato, quello di accendere i riflettori sui problemi del quartiere, stimolando il dibattito pubblico e politico, diversamente rispetto all’azione di altre realtà associative, che fino allo scorso maggio era scarso se non assente, soprattutto in una certa parte dell’opinione pubblica.
A questo serve un comitato di Cittadini e per questo serve un comitato di cittadini di un quartiere che sia libero e non abbia vincoli!
Il quartiere Rondò Torretta di Sesto San Giovanni è da diversi anni oggetto di un processo di degrado e ghettizzazione che producono un clima di insicurezza.
Le proposte da noi avanzate in questi mesi di attività, a vantaggio del quartiere non soIo non si iscrivono nel libro dei sogni ma sono frutto di un attento studio, approfondite analisi e ricognizioni sulle problematiche del nostro territorio.
Tali proposte sono state presentate all’attenzione dei consiglieri comunali e dell’opinione pubblica nonché dei cittadini tutti già in occasione di precedenti Consigli comunali o commissioni consiliari.
Nel quartiere convivono comunità di varia provenienza insieme alla comunità italiana.
Circa i vari gruppi delle più svariate provenienze che convivono all’interno del quartiere e ai singoli che compongono questi gruppi, alcuni sono residenti o domiciliati da più anni mentre altri sono di più recente immigrazione.
Recentemente il rincaro degli affitti e dei mutui avvenuto un po’ ovunque ma in particolar modo in grandi città come Milano ha contribuito e sempre più contribuirà a far sì che fasce di popolazione straniera o italiana che non possano permettersi di sostenere i costi della vita di Milano decidano di emigrare verso altri centri limitrofi come Sesto San Giovanni.
Questo ha prodotto negli ultimi anni ma soprattutto negli ultimi tempi casi di recente immigrazione da Milano e special modo dai quartieri di viale Monza verso Sesto.
Per motivi di vicinanza logistica e di presenza di servizi pubblici in maniera omogenea rispetto a Milano i quartieri di Sesto San Giovanni più soggetti a questo fenomeno sono il quartiere Rondò Torretta e il quartiere Marelli.
A fronte della presenza di casi di vecchia immigrazione e nuova immigrazione, si riscontra la mancanza di adeguati servizi di mediazione culturale capaci di informare e formare i nuovi cittadini stranieri e non, circa le regole di convivenza civile e le norme civiche a cui attenersi.
Va detto altresì che anche alcune fasce della popolazione italiana andrebbero ausiliate attraverso un servizio simile.
Vi è poi un problema di legalità percepita o insicurezza percepita correlata ai diversi usi e costumi delle diverse località e alle diverse abitudini.
Questa distanza culturale spesso sfocia in diffidenza e paura creando il presupposto per fraintendimenti che portano a percepire determinati comportamenti come una minaccia alla sicurezza.
Un servizio adeguato di mediazione culturale posto al servizio di tutte le comunità sarebbe utile anche per instaurare una maggiore conoscenza reciproca circa i costumi creando i presupposti per una migliore convivenza sociale.
Noi crediamo che per rispondere in maniera organica ai problemi di sicurezza e degrado del quartiere occorra per prima cosa mappare le criticità e le necessità del quartiere in modo da avere una mappa delle vie e delle piazze oggetto di tali problematiche
In relazione a questo punto, abbiamo più volte discusso con rappresentanti di questa amministrazione, prendendo atto del fatto che tale mappatura, al netto delle segnalazioni dei cittadini fosse in via di approntamento.
A distanza di alcuni mesi, siamo a chiedere quali novità ci siano a riguardo di tale mappatura e della correlata riorganizzazione dei servizi atti a garantire un costante controllo del territorio.
In questa sede siamo a ribadire che tale mappatura può partire dalle segnalazioni dei cittadini attraverso i comitati e le associazioni che li rappresentano e essere poi vagliata attraverso un sopralluogo della Polizia Locale , tale da garantire una maggiore organizzazione e sistemicitá delle stesse segnalazioni. Sulla base della mappatura e delle relative priorità che dovessero emergere da questa, si potrà poi procedere alla stesura di un piano di intervento più preciso.
Vogliamo inoltre ribadire che dal punto di vista organizzativo, per meglio affrontare dette problematiche, a nostro avviso, occorre coinvolgere permanentemente le associazioni e comitati di rappresentanza dei cittadini e dei quartieri , all’interno di un’ottica di concertazione permanente, creando una Consulta separata ed autonoma di detti comitati e dette associazioni di quartiere, che venga obbligatoriamente convocata ogni qualvolta vi sia l’esigenza di affrontare un problema che afferisce lo stesso quartiere.
Occorrerebbe dunque poi anche creare una cabina di regia in un ottica relativa a interventi strutturati e multifunzionali oltreché multi assessorili, con la presenza dell’assessore alle politiche sociali, dell assessore alla Polizia Locale, l’assessore al bilancio, dell’assessore alle dotazioni tecnologiche, dell’assessorato ai lavori pubblici, dell’assessorato all’ambiente con delega alla nettezza urbana, del Sindaco unitamente a apparentanti delle opposizioni e di comitati e associazioni di quartiere dei cittadini, una vera e propria cabina di regia circa la sicurezza urbana e la lotta al degrado.
Le soluzioni adottate fin qui appaiono come estemporanee ed emergenziali o temporanee e non consone a una risoluzione strutturale del problema, sebbene a mesi del confronto su dette problematiche, abbiamo notato lodevoli sforzi sul piano del controllo diretto del territorio attraverso le forze di polizia ma una mancanza di un piano organizzato e strutturale per il riempimento costante di certi spazi, attraverso
associazioni e realtà imprenditoriali.
Si veda a tal riguardo la proposta da noi avanzata nel mese di febbraio scorso, inerente la riforma del regolamento di occupazione suolo pubblico funzionalmente al riempimento degli spazi degradati per un controllo sociale indiretto dei luoghi vuoti e degradati del nostro quartiere , sulla quale non è stato ancora avviato un dialogo, pur ricevendo apprezzamento per la stessa proposta, da parte dell’assessore al commercio, in occasione dell’ultima commissione consiliare avente all’oggetto il commercio di vicinato.
Ribadiamo inoltre che al netto dei numeri che dipingono il corpo di Polizia locale di Sesto San Giovanni come sotto organico, emerge che esso non può assolvere ad un controllo continuo ed organico di tutte le località oggetto di criticità all’interno del quartiere, atteso che il corpo deve assolvere anche richieste di intervento in tutto il resto della città.
Circa la necessità di coinvolgere anche le altre forze dell’ordine in un piano di intervento di controllo programmato strutturale e durevole, riconosciamo che diversi sforzi sono stati messi in atto da questa amministrazione, specialmente nell’ultimo periodo.
Tuttavia ad oggi, detto sforzo non ha permesso un controllo costante ed efficace del territorio, tanto è vero che a un anno di distanza le problematiche seppur migliorate in parte, come in Piazza Trento e Trieste, persistono e si sono spostate in località attigue (il Rondò e Piazza Martiri di via Fani)e assodato che controlli seppure in grande stile, laddove svolti a campione e non quotidianamente, non possono risolvere dette problematiche, anche allor quando effettuati con un grande impiego di forze in campo.
Ribadiamo inoltre che a nostro avviso, per la risoluzione di dette problematiche, sono prioritarie poi, la riforma del regolamento comunale di occupazione suolo per favorire interventi di ripristino di edifici privati da scritte imbrattanti, l’occupazione suolo pubblico da parte di bar e ristoranti in luoghi degradati e l’attività di animazione e socialità nel quartiere a cura di comitati e associazioni in luoghi oggetto di criticità,
incentivando, favorendo queste attività di recupero e riempimento, con forme di gratuità o di agevolazione economica.
Siamo convinti che la sola azione di controllo di polizia del territorio, non sarà sufficiente a risolvere certe problematiche e le vicende di questo quartiere a distanza di un anno, nonostante gli uomini e le forze messe in campo, ci danno conferma di ciò.
Per concludere, siamo altresì convinti che senza la messa in campo di interventi strutturati di prevenzione, interventi di tipo sociale, di inclusione, di coinvolgimento delle attività associative, di coinvolgimento e valorizzazione delle attività di vicinato, in maniera stabile e organizzata, i problemi del quartiere Rondò Torretta non potranno essere ne risolti e ne mitigati stabilmente.
Chiunque, istituzioni, comitati o associazioni, raccontino o facciano credere ai cittadini di questo quartiere che il solo dispiego di forze di polizia estemporanea sebbene con grossi numeri o che il solo impiego di telecamere (vedasi gli usi consentiti dalla normativa per la video sorveglianza e la possibilità reale di identificare gli autori di reati o illeciti amministrativi, utilizzo quest’ultimo non consentito nella maggior parte dei casi) di videosorveglianza, possano da soli essere esaustivi per la risoluzione dei problemi del nostro quartiere, sta illudendo i cittadini e non sta affrontando il problema in maniera congrua ed esaustiva”.
