Lavorare per valorizzare l’arte non è un hobby. Ma è sicuramente un’impresa. Giulia Zanesi ha trasformato la sua passione in un’attività, ma questo lavoro, in uno dei Paesi più ricchi d’arte al mondo, viene ancora percepito come qualcosa da fare nel tempo libero; è diverso all’estero come spiega l’esperienza di Giulia.
Come è nata la tua passione per l’arte?
La mia passione per l’arte è nata in famiglia. Fin da quando ero piccola, i viaggi e le visite ai musei hanno sempre fatto parte della mia vita. L’arte in generale mi ha sempre affascinata, ma ho voluto approfondire questa passione dopo il liceo. Non mi interessava solo studiare l’opera d’arte in sé, ma anche capire come nascesse e come si arrivasse al risultato finale.
Qual è stato il tuo percorso formativo?
Ho conseguito una laurea in Scienze dei Beni Culturali ad indirizzo storico artistico a Milano, e ho sempre sentito la necessità di creare qualcosa di mio che mi rappresentasse. In quegli anni ho iniziato ad interessarmi sempre di più agli allestimenti. Così mi sono iscritta al Corso per Curatori d’Arte Contemporanea a Venezia, dove ho partecipato ad una formazione come curatrice d’arte e ho potuto apprendere gli aspetti organizzativi e progettuali della professione. Da lì è iniziata la mia avventura verso la creazione della mia attività perché volevo una realtà che unisse gli aspetti organizzativi a quelli di storica dell’arte. Avere le idee chiare mi ha aiutato molto, ma il viaggio è una costante crescita sia umana sia professionale per me.
Qual è stata la prima mostra che hai allestito e come ti sei sentita?
La mia prima mostra è stata in occasione di un evento importante in un comune della Brianza, con un collettivo di artisti legati al territorio. Era un evento istituzionale e una dimostrazione che dovevo fare. Ero molto emozionata e lo sono tutt’ora prima di ogni mostra: per me è sempre come se fosse la prima.
Ma non ti occupi solo di mostre…
Mi occupo anche di art experience, vere e proprie esperienze legate all’arte come strumento di crescita personale ed ispirazione quotidiana. L’ultimo ciclo di incontri online, concluso a maggio, era legato al concetto di emozioni, alla loro scoperta e conoscenza attraverso la presentazione di alcune opere d’arte e degli artisti che le hanno create. È stato bello vedere la partecipazione delle persone e il confronto attivo sulle emozioni che suscitano le opere d’arte. Gli incontri sono sempre molto partecipati e le persone non si lasciano intimidire dallo schermo, anzi si sentono “protette” e si mettono più in gioco raccontando cosa suscita in loro l’opera.
Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri?
Giulia Zanesi con l’opera dell’artista Mauro Bursi
Al momento sto preparando una rassegna a Gravedona, sul lago di Como, dal titolo “Maieutikà”, in collaborazione con un’artista del territorio, che si terrà dal 20 luglio a fine agosto. Inoltre, ho recentemente chiuso, insieme con un’altra curatrice d’arte, una mostra in Giappone dove tornerò a fine novembre per una nuova esposizione, a Osaka. L’approccio culturale è diverso all’estero rispetto all’Italia: qui spesso la cultura è vista come un hobby, all’estero è una professione.
Ti piace lavorare all’estero?
Sì, amo lavorare all’estero perché adoro viaggiare. Ogni viaggio è un’occasione di arricchimento personale e professionale. Mi permette di conoscere persone, fare rete e avere uno sguardo diverso sul territorio. Lavoro sempre volentieri in Italia perché credo che le nostre comunità abbiano tante potenzialità che meritano di essere valorizzate.
Quali sono state le maggiori sfide che hai affrontato?
Una delle maggiori sfide è stata costruire un’attività in proprio in questo settore. È difficile trovare un orientamento e unire eticamente l’aspetto storico e quello organizzativo. Non è semplice entrare in contatto con le istituzioni locali, soprattutto all’inizio dell’attività, e ogni luogo ha le sue peculiarità.
Quale contributo ha dato l’essere donna alla tua impresa?
Giulia Zanesi con l’opera dell’artista Mauro Bursi
Essere donna è sempre stato un valore aggiunto per me. Spesso le donne non sono valorizzate come dovrebbero dal punto di vista professionale. Forse non mi sono mai posta il problema di dimostrarmi come donna, ma non è stato un ostacolo. Mi ha dato la possibilità di creare sinergie e fare rete con altre libere professioniste, e questo ha arricchito molto il mio percorso.
Voglia di raccontare storie, di trasmetterle alle persone, di rendere tutti un po’ più vicini all’arte: la professionalità di Giulia Zanesi ci prende per mano e ci porta alla scoperta delle opere d’arte per viverle attraverso un’esperienza che ci coinvolge a tutto tondo.
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