Mercoledì 5 giugno a Palazzo Sormani è in programma la presentazione del libro “Giuseppe Tallarita – Un sogno spezzato” di Valerio Esposti. Il giornalista Carlo d’Elia del Corriere della Sera dialogherà con l’autore e Rosy Tallarita, nipote della vittima. Letture a cura di Pietro De Luca, Scuola di Formazione Antonino Caponnetto. Ore 17.30, ingresso libero; Corso di Porta Vittoria 6, Sala del Grechetto (primo piano).
Il libro si riferisce alla storia di un uomo semplice e giusto, vittima innocente di mafia. Giuseppe Tallarita era un pensionato, ex impiegato al petrolchimico di Gela. Aveva 66 anni e un amore smisurato per la sua famiglia; abitava a Butera, un piccolo centro in provincia di Caltanissetta.
Fece enormi sacrifici e investì parecchie risorse in un podere nelle vicine campagne. Coltivava un sogno che cresceva di anno in anno, come i suoi ulivi: godersi la vecchiaia in quel piccolo angolo di quiete vicino al mare e vedere i suoi nipoti crescere. Un sogno spezzato da mani crudeli e criminali. Fu trovato morto il 28 settembre 1990 di fronte alla sua tenuta. Lo uccisero due killer agli ordini di un boss della “Stidda” (la ‘quinta mafia’); era il pastore che qualche anno prima si vide rifiutare più volte il transito abusivo del gregge. Quel rifiuto, a distanza di anni, fu pagato con la vita.
“Conoscere la storia di questo grande uomo è un’opportunità che nessuno dovrebbe perdere”, scrive Moni Ovadia nella prefazione del libro, pubblicato da Armando Editore. L’artista, amico di lunga data della famiglia, conosceva personalmente la vittima.
Giuseppe Tallarita – Un sogno spezzato è ammesso al Premio letterario nazionale “Giovanni Comisso” 2024, sostenuto dalla Regione del Veneto, dal Comune di Treviso, da Confindustria Veneto Est e da contributi di privati. Nel “profondo Nord” c’è quindi una certa considerazione nei confronti di una storia accaduta in un paesino della Sicilia. Non è l’unico elemento che compone un quadro di contrasti “virtuosi”: alcune scuole lombarde hanno “adottato” il testo, che nei mesi scorsi è stato letto in orario di lezione (con la supervisione degli insegnanti) nelle terze medie della “Ada Negri” di Lodi e in alcune sezioni del liceo artistico “Piazza”; lo stesso è avvenuto in alcune classi del liceo “Novello” di Codogno. Cresce in modo esponenziale il numero di giovani che condividono la storia di un nome ‘non illustre’, pressoché sconosciuto: si confrontano, ne parlano tra loro e in famiglia, dibattono e riflettono. Un segnale importante, di civiltà e partecipazione diffusa.
A partire dal prossimo anno scolastico (2024/2025) alcuni istituti della provincia di Caltanissetta accoglieranno il progetto di lettura in classe; significa che nei luoghi citati dal libro gli studenti condivideranno un libro scritto da un autore lombardo…
Ad oggi sono state realizzate una trentina di presentazioni del libro in Lombardia e in Sicilia, in alcuni dei territori dove si svolsero i fatti: Butera e Gela, Riesi, Enna.Quella di Giuseppe Tallarita è una storia sostanzialmente sconosciuta ai più; Valerio Esposti e Rosy Tallarita – nipote della vittima – intendono diffonderla in tutta Italia. Rosy, che puntualmente partecipa alle presentazioni del libro portando la sua preziosa testimonianza, qualche anno fa ha fondato a Peschiera Borromeo (MI) l’associazione ‘Vedo sento parlo in memoria di Giuseppe Tallarita’.
