Gianluca Vialli si è spento il giorno dell’Epifania nella clinica di Londra dove era ricoverato da qualche settimana.
Aveva solo 58 anni e negli ultimi 5 ha dovuto giocare la partita con un tumore al pancreas che ha combattuto fino alla fine.
La sua umiltà, la sua gentilezza e la sua discrezione lo hanno reso una grande persona, prima di essere un fuoriclasse.
I primi calci nel Pizzighettone (CR), poi nella Cremonese e dopo nella Sampdoria e nella Juventus lo hanno reso il calciatore noto a tutti, anche al di fuori dei confini nazionali, infatti, è stato anche allenatore del Chelsea.
Lo abbiamo ammirato con Mancini vincere gli europei: sì perché la maglia della Nazionale non l’ha solo indossata, l’ha anche sostenuta.
Agli amici calciatori è sempre stato legato anche grazie a progetti filantropici, come la Fondazione Vialli-Mauro.
Dopo la vittoria agli europei è tornato nella “sua” Grumello (CR) per ricaricare le batterie: ogni tanto tornava al paesello durante l’estate ed era sempre sorridente e cordiale con tutti.
Il mondo del calcio perde un grande atleta, ma soprattutto un enorme esempio di grandezza umana.
I funerali saranno celebrati nei prossimi giorni, in forma privata, a Londra.

