Le tradizioni e le radici della Lombardia, la vita quotidiana delle persone, la loro cultura e i loro riti, le feste e i paesaggi. Stamattina, martedì 27 settembre, i Sindaci lombardi hanno visitato la mostra fotografica di Amedeo Vergani, allestita presso lo Spazio espositivo di Palazzo Pirelli, confrontandosi con l’identità dei loro territori.
“Le radici della nostra identità” racconta il territorio lombardo e le sue trasformazioni dagli anni Settanta agli anni Ottanta. Gesti e situazioni che raccontano l’identità di intere comunità come l’agnello alzato al cielo durante la festa di Sant’Antonio a Vercana sulle sponde del Lago di Como, o il braccio di un’infaticabile lavoratrice della coltivazione del riso in un cascinale a Cergnago, nel Pavese.
La travel writer Laura Magni e Pierluigi Pagliardi del Circolo Fotografico di Inverigo, che ha promosso la mostra, hanno accompagnato in una “visita guidata” i Sindaci dei territori che Amedeo Vergani ha raccontato con la sua macchina fotografica. Erano presenti: Antonio Rusconi (Sindaco di Bellano), Danilo Bianchi (Sindaco di Magreglio), Ferruccio Rigola (Sindaco di Schignano), Mauro Caprani (Sindaco di Erba), Marisa Cesana (Sindaco di Monguzzo), Francesco Vincenzi (Sindaco di Inverigo), Francesca Valsecchi (Consigliere comunale di Albavilla), Mario Colombo (Assessore di Alta Valle Intelvi) e Elena Buscemi (Presidente del Consiglio comunale di Milano).
Le fotografie di Amedeo Vergani raccontano la nostra terra. Attraverso i volti, gli sguardi, i mestieri e i gesti di tutti i giorni, attraverso le sagre e le feste religiose o pagane, le fotografie di Vergani mantengono vive la memoria e la storia di un territorio. Ci raccontano chi eravamo e chi siamo. In ogni fotografia c’è un’emozione, ognuno può cogliere una parte di sé. C’è lo spirito lombardo: un pezzo delle radici lombarde e del nostro futuro.
Il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi.
Il percorso espositivo è suddiviso in due sezioni. Nella prima gli scatti di Amedeo Vergani raccontano le tradizioni lombarde nel campo dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca, dell’artigianato e dell’industria: dalla raccolta del riso nel pavese all’apicultura in provincia di Cremona, dalla produzione di coltelli e forbici a Premana ai liutai di Cremona, dalla lavorazione del pizzo a tombolo in Brianza alla produzione di pipe a Cantù. La seconda sezione è dedicata ai riti e alle feste tradizionali come, ad esempio, la festa della Madonna del Bosco a Imbersago, la Sagra di San Giovanni sull’Isola Comacina, il Carnevale di Schignano, la “Giubiana” in Brianza, la festa della “Candelora” a Ravellino, la “Pesa Vegia” di Bellano, la festa della Madonna Nera di Lanzo d’Intelvi e tante altre. . “Riti collettivi, pagani o propiziatori, sopravvissuti proprio all’ombra della metropoli italiana della tecnologia e della industria”, secondo la definizione che lo stesso Amedeo Vergani aveva dato ai soggetti delle sue opere nel lontano 1980.
