Di fronte a un proprio caro che non è in grado di autogestirsi, molti si domandano se debbano proporre domanda per l’interdizione o per l’amministrazione di sostegno.
In pochi sanno che l’interdizione è una misura residuale. L’amministrazione di sostegno è invece la regola.
La Giurisprudenza ritiene che l’interdizione possa essere richiesta solo nel caso in cui l’amministrazione di sostegno sia inadeguata alla tutela della persona.
Il beneficiario può essere una persona debole, anche non del tutto priva della capacità di discernere.
È il caso, ad esempio, dell’anziano, anche se non gravato da compromissioni intellettive.
L’Amministrazione di sostegno è preferita perché tende a salvaguardare l’autonomia del soggetto, sacrificando il meno possibile la capacità di agire del beneficiario. L’amministratore di sostegno, infatti, è una figura che affianca e aiuta la persona debole.
Nel disporre questo strumento, il Giudice non valuta il grado di infermità, ma le esigenze del beneficiario (anche di cura).
Gli avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini precisano che “è opportuno sottoporre il proprio genitore ad amministrazione di sostegno, specialmente nel caso in cui questo vi abbia conferito delega bancaria per evitare eventuali conflitti futuri tra i coeredi” .
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