La convivenza di fatto è quella situazione in cui due persone, unite da un vincolo affettivo, vivono stabilmente insieme, senza aver contratto un matrimonio o un’unione civile.
All’interno di questo rapporto è possibile che un convivente, in ragione del profondo legame che lo lega, possa elargire somme di denaro al suo partner.
Prendiamo, per esempio, l’ipotesi, molto frequente in realtà, di un convivente che decide di ristrutturare l’appartamento di sua esclusiva proprietà, adibito ad abitazione della coppia. In questo contesto l’altro partner potrebbe essersi assunto i costi della ristrutturazione dell’immobile del compagno.
I problemi possono sorgere se la convivenza viene a cessare: i soldi investiti nella ristrutturazione dell’immobile dell’ex convivente devono essere restituiti?
“E’ possibile configurare l’ingiustizia dell’arricchimento da parte di un convivente more uxorio nei confronti dell’altro in presenza di prestazioni a vantaggio del primo esulanti dal mero adempimento delle obbligazioni nascenti dal rapporto di convivenza” (Cass. Civ. ord. n. 11303/2020). La Suprema Corte di Cassazione ha di recente ribadito.
Gli Avvocati Alessandra Giordano ed Elena Laura Bini precisano che il convivente che in costanza del rapporto di convivenza di fatto accetta somme sproporzionate e non adeguate alle condizioni della famiglia di fatto, potrebbe dover restituire l’importo ricevuto. Ciò in quanto, secondo la giurisprudenza, gli importi corrisposti all’ex convivente non sono donazioni ma integrano l’ipotesi di ingiustificato arricchimento.
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