Il problema del bullismo è certamente attuale e grave, stante l’aumentare di episodi violenti, specialmente all’interno della Scuola. Tanto più che devastanti possono essere le conseguenze di atti di bullismo nei confronti di giovani vittime, i nostri figli.
Di norma, dei danni cagionati dai figli rispondono anzitutto i genitori ex art. 2048 c.c., tanto per omessa o carente sorveglianza (la c.d. culpa in vigilando) quanto per carenze educative (culpa in educando).
Se, però, gli atti di bullismo si manifestano durante le ore scolastiche, anche la Scuola potrà essere condannata a risarcire i danni patiti dallo studente, in solido con l’aggressore ed i suoi genitori.
Di recente, la Giurisprudenza ha condannato un Istituto scolastico per i danni cagionati ad un alunno da compagni di scuola che, a più riprese, durante le giornate trascorse a Scuola, gli avevano rivolto insulti ed aggressioni fisiche fino a provocargli la rottura del setto nasale.
La responsabilità della Scuola è stata individuata nel suo atteggiamento omertoso. L’Istituto scolastico, infatti, investito più volte dell’esistenza di comportamenti discriminatori e marcatamente offensivi, non aveva preso alcun provvedimento per proteggere l’alunno vittima di bullismo.
Come precisato “il fondamento di tale responsabilità risiede nel principio dell’affidamento, nel fatto cioè che gli allievi vengono, appunto, affidati alla scuola, per ragione di educazione e istruzione” (Trib. Roma, sent. n. 6919, 4 aprile 2018)
L’avv. Alessandra Giordano e l’avv. Elena Laura Bini dello Studio Legale Lambrate precisano che per fronteggiare il bullismo è necessaria un’azione congiunta dei genitori e della Scuola. E’ indispensabile, infatti, che gli atti di bullismo vengano prontamente denunciati all’Istituto scolastico, il quale ha l’obbligo di attivarsi al fine di tutelare il proprio allievo.
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